sabato 30 aprile 2011

1127 di 2013 ; Quello che ci separa dalla verità

Stefano Armellin con il pezzo 1127 di 2013
 del Poema visivo del XXI secolo :
IL VOLTO DEL MONDO E LA CROCE 1993/2013





Titolo : Quello che ci separa dalla Verità 

"Le vergognose usanze quotidiane di fuggir l'aria e il sole ecc. di maravigliarsi come il tale o tale abbia potuto affrontarlo per questa o quella circostanza;

Ecco la differenza degl'ingegni. Ad altri bisogna più esercizio ad altri meno, ma tutti alla fine sono capaci delle stesse cose: e il più sciocco ingegno con ostinata fatica può divenire uno dei primi matematici ecc. del Mondo. (5 settembre 1821)
Esercizio-esercizio-esercizio.

L'odio del nemico costituiva lo spirito delle antiche nazioni. Ecco le leggi di Mosé tutte patriottiche, ecco santificate (1641) le invasioni, le guerre contro i forestieri, proibite le nozze con loro, permesso anche l'odio del nemico privato. Ma la morale non é altro che convenienza, e i tempi avevano portato nuove convenienze.

La morale cristiana sarebbe stata imperfetta perché sconveniente per Abramo (1642) e per Mosé.

A me pare che il mio sistema (come il Poema visivo del XXI secolo NdA) appoggi il Cristianesimo in luogo di scuoterlo; anzi che egli n'abbia bisogno, e in certo modo lo supponga. 

Né fuori del mio sistema si ponno facilmente accordare le parti in apparenza discordantissime e contraddittorie della Religione Cristiana, non solo quanto ai misteri, ma alla legge, alla storia successiva della religione, ai dogmi d'ogni genere ecc.

La Fede nostra fa guerra alla ragione.

Il mio sistema abbracciando e ammettendo quasi tutto il sistema dell'ateismo, negando tutti i sistemi ecc. e pur facendone risultare l'idea costante di Dio, Religione, morale, ecc. mi par l'ultima e decisiva prova della Religione;

O se non altro che non può per ragioni esser dimostrata falsa quella Rivelazione, che d'altronde, avendo prove di fatto, si deve tenere per vera, perché il fatto nel mio sistema decide, e la ragione non se gli può opporre". Giacomo Leopardi dallo Zibaldone di pensieri


LA TRAVERSATA DELLE ALPI DI STEFANO ARMELLIN
Da San Martin de Vesubie alle Tre Cime di Lavaredo, percorso svolto dal 30 giugno al 12 agosto 1991 in 44 giorni :

28 di 44 giorni. Col del Termo (m slm 2531); Carcofaro (m slm 1304); Col d'Egua (m slm 2239); Alpe Selle (m slm 1824); Bannio (m slm 669) Valle Anzasca.

Cammino romantico e Preghiera, arte e disegno con il corpo, sono sfondo alla sostanza nuda e crudissima dell'impresa che si riassume nella parola : FATICA.

Lo zaino é presente ogni giorno con tutto il suo peso che entra nella schiena fino a sostituirla ; il sudore scende a torrenti sui quali posso quasi nuotare ; il corpo avanza forte e stabile come un guscio di noce in un mare burrascoso.

Battello ebbro di follia lucida e veggente. La mente viene stordita dalle continue variazioni delle linee della natura e da quelle della civiltà (se il termine civiltà può avere ancora un senso per la nostra).

Alla fine del giorno sembra sempre di essere sull'identico sentiero. Fermo e continuamente in movimento.

Segue

Stefano Armellin


Prospetto sulle varie forme della vita consacrata 1, di Padre Felice Artuso

La vita consacrata a Dio presenta una molteplicità di tipologie, interpretazioni, trasformazioni, espansioni, recessioni, soppressioni e fusioni.
 
I Padri della Chiesa, fedeli alla tradizione apostolica, esaltano la scelta della verginità consacrata. La equiparano alla competizione atletica e al martirio dei cristiani perseguitati dall’autorità civile. 

Attribuiscono alle vergini consacrate il titolo di spose di Cristo, perché hanno scelto di servire esclusivamente Lui nei fratelli. 

Celebrano una liturgia nuziale di origine giudaica, ellenistica e romana, se si presentano all’altare, per emettere il voto di verginità. 

Invocano su loro la benedizione e la grazia di Dio, perché possano vincere le innumerevoli seduzioni del mondo. 

Adeguandosi alla costumanza di velare le donne che si coniugavano, pongono sul loro capo un velo bianco o rosso, simbolo del vincolo sponsale ed esse lo portano negli incontri pubblici. Svolgono ordinariamente lavori domestici e servizi al popolo.
 
Alla prima forma di consacrazione verginale si aggiunge la scelta della vita eremitica. 

Alcuni uomini e donne, spinti dal desiderio ascetico, lasciano le loro abitazioni e si ritirano nella totale solitudine. 

Per distinguersi dalla gente comune indossano una divisa o esibiscono un segno di riconoscimento. 

Imitano Gesù che aveva scelto di vivere nell’anonimato e prima di iniziare la missione pubblica si era ritirato nel deserto (Lc 2,39-40; Mt 4,1ss). 

Lontani da ogni attrattiva mondana, si dedicano prevalentemente all’ascolto della Parola di Dio e alla preghiera salmica. 

Conservano tuttavia con i cristiani il legame della fraternità, della Fede in Gesù, del culto e della moralità. 

Nel giorno di domenica si radunano in una chiesa per la celebrazione eucaristica e per un breve dialogo. Percorrono la via stretta del Calvario, dove sperimentano gli obbrobri della Croce e del martirio interiore. 

Con la loro silenziosa testimonianza invitano tutti a cercare Gesù e a vincolarsi al suo insegnamento. Mediante la loro penitenza curano le ferite spirituali della gente. Segue

Padre Felice Artuso