lunedì 16 maggio 2011

1143 di 2013 ; Pace

Stefano Armellin con il pezzo 1143 di 2013
 del Poema visivo del XXI secolo :
IL VOLTO DEL MONDO E LA CROCE 1993/2013





Titolo : Pace. Il significato teologico del cuore aperto (b) di Padre Felice Artuso


I Padri della Chiesa, il magistero ecclesiastico e i teologi confermano l'insegnamento dell'evangelista. 

Asseriscono che occorre contemplare Gesù crocifisso ed educano i cristiani a concentrarsi sul Suo cuore 

squarciato, fonte dell’amore sconfinato e redentore di Dio. 


Comprenderanno allora i diversi aspetti del grande sacrificio di Gesù, si fortificheranno nella Fede in Lui,

parteciperanno più attivamente alla Sua Passione salvifica e vinceranno le seducenti illusioni del Mondo. 

Giovanni Paolo II nell'Enciclica Veritatis Splendor (lo splendore della verità) scrive, infatti, che «la

contemplazione di Gesù crocifisso è la via maestra sulla quale la Chiesa deve camminare ogni giorno, se vuole 

comprendere l'intero senso della libertà: il dono di sé nel servizio a Dio e ai fratelli» .
Per ottenere un profitto spirituale, parecchi cristiani non sentono il bisogno di guardare Gesù con il cuore aperto

dalla lancia, né reputano necessario ascoltare e meditare la sua Parola. Provano anzi una forte allergia, evocare

il suo insegnamento e ricordare la sua morte di Croce. 

Si compiacciono unicamente di vedere i film schiocchi e di ascoltare parole banali. Pertanto si immettono in un

mondo fittizio, che offusca la mente, scatena l'irrompere delle passioni, toglie la libertà interiore e distacca

dall’amore di Dio.
Solo pochi cristiani si circondano d’immagini sacre.

Si preoccupano inoltre di ascoltare le parole del Signore che rapiscono gli animi ed elevano i cuori.

Per divenire più responsabili della propria vita, fissano il loro sguardo su Gesù crocifisso, evocano il Suo Vangelo

e lo interiorizzano. 

Eleviamo anche noi i nostri occhi su di Lui, trafitto dai chiodi e dalla lancia.

Ascoltiamo più sovente le Sue parole e preoccupiamoci di attuarle nel corso del nostro pellegrinaggio terreno.

C'incontreremo con Lui sofferente e glorioso.

Ci uniremo alla Sua persona. Capiremo che la Sua misericordia lo ha spinto a sacrificarsi per noi. 

Apprenderemo che da Lui scaturisce lo spirito della vita, della grazia e della consolazione.

Ci affliggeremo d’aver peccato e percorreremo la via, che conduce alla vetta della perfezione .
Pensiamo all’esempio, lasciatoci dai santi. 

Essi custodivano nelle loro stanze immagini di Gesù insultato, piagato e crocifisso.

Le guardavano spesso e penetravano nel Suo cuore squarciato. 

Applicavano a se stessi l'esortazione salmica: «Guardate a Lui (Signore) e sarete raggianti, non saranno confusi i vostri volti. Gustate e vedete quanto è buono il Signore; beato l’uomo che in Lui si rifugia» (Sal 34,6.9). 

Con gli occhi fissi su di Lui imparavano a conoscersi meglio e ad ascendere all'altezza dell'amore di Dio. 

Percepivano la gravità dei loro peccati e la grandezza della loro vocazione alla santità.

Esprimevano sentimenti di affetto e di riconoscenza al Trafitto. Gli chiedevano l'aiuto per vincere le tentazioni quotidiane, per partecipare più attivamente alle sue sofferenze e per vivere in comunione d'amore con Lui.
Per accentuare l’alto valore della contemplazione, il Beato Angelico, celebre pittore medievale, amava dipingere i cristiani in meditazione davanti ad un crocifisso. 

San Paolo della Croce, grande devoto della Passione del Signore, in una lettera confidava al Vescovo di Viterbo:

«Spero, con la grazia di Dio, d'operare con la stessa libertà di spirito, e guarderò le anime dei cittadini di Viterbo

con l’istesso occhio, con cui il misericordioso Signore me l’ha fatte sempre mirare ovunque sono stato, cioè nelle

Pieghe Sacratissime dell’Amabilissimo nostro Redentore, squarciate ed aperte più dall’infinita sua carità, che dai

duri chiodi, affinché bevessimo in gaudio le acque salutari della grazia in queste fonti di vita eterna» . 

Il Beato Giovanni XXIII nell'autobiografia scriveva che, prima di addormentarsi, fissava il Crocifisso appeso su una parete della sua stanza da letto.

Esponiamo l’immagine del Sacro Cuore nelle nostra mura domestiche. Penseremo di più al Signore trafitto e incrementeremo i nostri atti di puro amore ".

Padre Felice Artuso

Papa Francesco, farà Santi i Beati Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II il 27 aprile 2014. Stefano Armellin


LA TRAVERSATA DELLE ALPI DI STEFANO ARMELLIN
Da San Martin de Vesubie alle Tre Cime di Lavaredo, percorso svolto dal 30 giugno al 12 agosto 1991 in 44 giorni :

44 di 44 giorni.12 Agosto 1991. Dobbiaco; San Candido; Alta Via n°4; Rifugio Locatelli (m slm 2450); TRE CIME DI LAVAREDO , Traversata a Nord sotto le Tre pareti; Rifugio Auronzo (m slm 2500). Termine della traversata.

Ultimo giorno di traversata. Dobbiaco, qui per un periodo avevo fatto il servizio militare alla stazione meteorologica dell'Aeronautica (1985), poi in una partita di calcio mi ruppi i legamenti del ginocchio sinistro e fui ricoverato all'ospedale di  San Candido, dove passo ora. 

Alta Via numero quattro, come i vangeli. Ci sono. Agli incontri d'amore si va da soli. Piove, ma ci sono delle schiarite, l'atmosfera é turbolenta, grandi nuvoloni ruotano intrecciati dai raggi del sole.

12 agosto 1991, pomeriggio.

Nessuna cima, nessuna persona, ambiente grandioso e deserto con qualche resto della guerra : prima, seconda, terza e ultima curva.

Non devo più salire.

Qualcosa affiora fra la nebbia, é una parete, quella centrale, la Nord, la Nord della Cima Grande di Lavaredo !

Sono !

Rido e mi fermo davanti alla Trinità. 44 giorni per una Preghiera !

Dio mi dice che posso iniziare.

Chiude velocemente il sipario. Scende la nebbia con altri temporali mentre attraverso da solo sotto le Tre Pareti Nord.

Non c'é nessuno oltre la mia gioia.

Segue

Stefano Armellin