Le difficoltà sul rinnovamento delle religiose e dei religiosi 4
di padre Felice Artuso
I religiosi odierni, che hanno raggiunto una sufficiente maturità, sanno di essere deboli, fragili, limitati e incostanti negli impegni assunti. Stimano le nuove norme giuridiche, elaborate dagli esperti. Non attendono di sperimentarne altre, che fungano da lievito per la loro crescita interiore. Riconoscono che chi le osserva in piena libertà, trasmette agli uomini un fascino rassicurante e allietante.
Ammettono che non si rinnovavano, basandosi sulle imposizioni esteriori o privilegiando le forme di vita, che nel passato erano ritenute molto espressive.
Dichiarano bensì che si perfezionano puntando sul cambiamento dei sentimenti, degli atteggiamenti e dei comportamenti personali. Auspicano che si pervenga ad una teologia della vita consacrata, che esprima un modello di condotta veramente totalizzante, qualificante, convincente, aggregante e gratificante.
Nella loro prassi ordinaria cercano di mostrarsi attenti e compassionevoli verso i bisognosi.
Si sforzano di adottare con tutti un rapporto fraterno e di perseverare nella sequela di Gesù, sofferente dalla culla alla morte di Croce.
Ogni tanto compiono delle verifiche, per precisare quello che non ha funzionato e migliorare le loro programmazioni.
Non azzardano previsioni sul loro futuro, strettamente collegato sia alla fedeltà personale e collettiva, sia ai mutamenti del mondo telematico e digitale.
Lasciandosi principalmente guidare dagli impulsi dello Spirito di Dio, incrementano l’acculturazione, rivalutano la bellezza della vita comunitaria, danno una priorità alla formazione permanente e favoriscono l’inserimento delle donne nei molteplici servizi ecclesiali.
Accompagnano i chiamati a perseverare nella morte delle loro ambizioni temporali, nel rinvigorimento spirituale, nella maturazione psicologica e nell’esperienza della vicinanza di Dio.
Senza inscenare allarmanti tragedie, si dispongono all’evidente calo dei religiosi, alla riduzione delle programmazioni, alla diminuzione delle attività insostenibili, alla perdita di prestigio sociale e al rischio di estinguersi come è accaduto a parecchi istituti, che al loro sorgere conobbero una grande espansione e intraprendenza. Segue
Padre Felice Artuso