lunedì 27 giugno 2011

1185 di 2013 ; il Secondo Avvento

Stefano Armellin con il pezzo 1185 di 2013
 del Poema visivo del XXI secolo :
IL VOLTO DEL MONDO E LA CROCE 1993/2013





Titolo : Il Secondo Avvento 

"...Ma nel nuovo Testamento addirittura ogni libro prende alcune cose e ne lascia altre che contraddicono quelle, oppure affianca le une alle altre creando fratture ignorate o mal saldate.
Ciò che è maturato -e poi marcito- in questi duemila anni é indubbiamente qualcosa che era già contenuto in germe nelle Scritture, soprattutto nel nuovo Testamento.

Il Messia è venuto per regnare, e il Messia é venuto per morire; chi lo accoglie é beato e regna con Lui, e con Lui deve morire; viene subito il regno, e viene la lunga persecuzione; Israele é eletto, e Israele é reietto;

Gesù muore nella disperazione di chi si sente abbandonato da Dio, e Gesù muore serenamente perdonando; la vita della Chiesa manifesta la potenza dello Spirito, e vede crescere in sè gli anticristi fino all'ultimo giorno; la Chiesa porta la salvezza ai popoli, e dalla Chiesa comincerà il terribile giudizio di Dio";(Sergio Quinzio Op.Cit. pp. 389)

STORIA DI ABRAMO. I miei anni sono stati brevi e infelici, e non ho raggiunto l'età dei miei Padri (Genesi,  47,9). Giacobbe é prematuramente vecchio, e come già suo padre Isacco (27,1) é cieco :-gli occhi d'Israele erano consumati per la vecchiaia e non vedeva più- (48,10).

Come Abramo, anche Giacobbe per la carestia ha dovuto lasciare Canaan e rifugiarsi in Egitto; ma Abramo era morto in Canaan -saziato di giorni- (25,8), mentre Giacobbe morirà nell'esilio.

Giacobbe é Israele. Così il popolo di Dio, di cui é capostipite, é, già in lui, logoro, miserabile, affamato, esule, moribondo, cieco come la Fede". 

Sergio Quinzio, Un commento alla Bibbia, Adelphi, pp.57


Gli esponenti più autorevoli della vita consacrata
di Padre Felice Artuso
Docili alla grazia divina, i fondatori e le fondatrici della vita consacrata abbandonarono le illusorie attrattive del mondo, decisero di lasciarsi purificare da Dio, aderirono alla rivelazione divina, si impegnarono a seguire l’insegnamento di Gesù, servirono gratuitamente il prossimo, portarono ogni giorno la loro Croce e ne sperimentarono un intimo appagamento. 

Nel loro quotidiano movimento ascensionale abbellirono la Chiesa, rendendo visibili e comprensibili le virtù evangeliche. 

Promossero anche le loro forze con uno stile di vita carismatica. 

Senza eccedere nelle generalizzazioni e semplificazioni, possiamo affermare che furono ammirevoli nella risposta data alla loro speciale vocazione. 

Faticarono alquanto per corrispondere alla chiamata del Signore, comprendere gli aspetti più rilevanti del Vangelo, evangelizzare i loro contemporanei, servire con amore il prossimo e difendere la dignità dei deboli, dei poveri, degli emarginati e degli afflitti. 

Non percorsero un agevole cammino, accomodati su molleggiate carrozze o su lussuose auto. 

S’inoltrarono bensì su una direzione scomoda, angusta, irta e disagevole. 

Soffrirono molto per stare vicini a Gesù, rimanere vincolati saldamente a Lui e ascendere ai più alti gradi di santità, possibile in ogni tempo e in ogni luogo.
 
Ottenendo ammirazione e consensi, favorirono la crescita di comunità, dedite alla penitenza, alla santità, all’apostolato e all’espulsione del male. 

Indicarono delle valide soluzioni sui problemi emergenti, preoccupanti e logoranti della loro epoca. 

Raccomandarono ai loro seguaci di non aderire agli adescamenti ingannevoli della mentalità pagana, ma di ascoltare sempre la Parola di Dio, di pregare ogni giorno, di lavorare con responsabilità e di osservare fedelmente le norme, a cui essi si erano ispirati e ne avevano sperimentato l’efficacia. Segue

Padre Felice Artuso