mercoledì 6 luglio 2011

1194 di 2013 ; il Giudizio Universale

Stefano Armellin con il pezzo 1194 di 2013
 del Poema visivo del XXI secolo :
IL VOLTO DEL MONDO E LA CROCE 1993/2013




Titolo : Il Giudizio Universale 

"...La Fede deve morire disperatamente (Matteo 27,46). 

La sua morte, sulla Croce come nei secoli della storia (Luca 18,8),é, molto più che un'uccisione compiuta da nemici esterni, la sua disperata scelta di fronte all'orrore del Mondo.
Accorgersi di questi duemila anni di putrefazione, caricarsi sulle spalle la bestemmia di questi duemila anni. Stendere le mani verso il fondo dell'abisso chenotico per toccare Dio. 

Questa é oggi la metanoia.

E per questo la conoscenza delle Scritture, come la conoscenza di Dio, é sempre ancora imperfetta, finché la totale morte dell'apocalisse non avrà consumato la via chenotica.

Per le analisi semantiche il rantolo del morente non significa nulla, e le Scritture sono il rantolo di Dio. 

Lungo le pagine della Bibbia la salvezza diventa sempre più lontana quanto più appare vicina, é sempre più sfuggente, é pagata sempre più terribilmente, é sempre più implicata nella morte;

Eppure proprio per questo diventa sempre più necessaria e urgente, più disperatamente dolce. 

Il rantolo di chi muore esprime un infinito bisogno di vita, come il primo grido di Adamo (Gn 2, 23)". 
Sergio Quinzio Un commento alla Bibbia, Adelphi pp.392

"San Tommaso d'Aquino è il patrono delle scuole cattoliche...

Si voleva anche un sano sviluppo della sua dottrina, adeguato alle nuove impostazioni dei problemi e delle cognizioni moderne...

La grande sintesi delle scienze teologiche, che riesca a fondere in un tutto armonico il vecchio e il nuovo, attende ancora di essere realizzata...

E' il caso di parlare...di una organizzata recessione delle masse da Cristo. 

E' un processo di rivoluzione interiore e di dissolvimento così vasto e così pericoloso quale l'umanità non attraversò mai dall'inizio del Cristianesimo..." K.Bihlmeyer

"Tommaso d'Aquino filosofo-teologo non si prosta annientato dinanzi al fenomeno tremendo dell'Universo senza limiti, né si angustia sul mistero di Dio in un Mondo pieno di dolore e di ingiustizia, né lo inquieta il senso della Vita.

Credeva di sapere tutto.

Nessuna cultura, nessuna filosofia, nessuna religione può dare una risposta definitiva sul senso della vita. Tra i mistici é, San Giovanni della Croce colui che ha più da offrire sui fondamenti della nuova antropologia.

La radice di tutti i disastri della nostra vita é la natura mutevole delle cose e delle persone. Non  attaccarti a nessuno né a nulla se vuoi arrivare alla Libertà Grande...". J.S. de Murillo