Stefano Armellin con il pezzo 1216 di 2013
del Poema visivo del XXI secolo : IL VOLTO DEL MONDO E LA CROCE 1993/2013
Titolo: Il Secondo Avvento
" STORIA DI GIUSEPPE
La nascosta fecondità del dolore all'inizio, la pianta alle sorgenti, diventa il dominio del leone di Giuda. Giuseppe riceve, con la parte doppia dell'eredità paterna (Genesi 48,5), la primogenitura (Dt 21,17; 1Cr 5, 1-2).
Da lui usciranno due tribù - Efraim e Manasse, i figli del suo dolore (Genesi 48, 5-8) - che nella frattura del regno ebraico dopo Salomone saranno la Samaria: insieme alla Giudea l'unico Israele, l'unica terra santa.
Questo é il rapporto tra Giuseppe e Giuda. Più sottile é il tenero rapporto tra Giuseppe e Beniamino, i due figli della sterile e prediletta Rachele che muore...
Ma Beniamino sarà anche, nelle benedizioni di Giacobbe e nella storia della sua tribù, guerriero feroce . -un lupo rapace, la mattina mangia la preda e la sera divide le spoglie- (Genesi 49,27).
Sul territorio beniamita sorgerà Gerusalemme, beniamita sarà il primo re d'Israele Saul, la tribù beniamita sarà stretta alle sorti di Giuda (1 Cr 12, 1-2). Beniamino é dunque il -figlio del dolore- che diventa -figlio della destra- (Genesi 35,18) salito alla destra del padre. E' l'ultimogenito nato dalla morte alle soglie della città messianica (Genesi 48,7), il messia nel tempo oscuro che va dalla croce al regno.
Ma Beniamino é anche chi é -aggiunto- a Giuseppe lontano (Genesi 30,24), chi lo segue e lotta e patisce persecuzione per lui, chi perciò é con lui nella stessa predilezione (Paolo, il propagatore della parola di Gesù, sarà beniaminita).
Dopo aver perduto Giuseppe, é per Beniamino che il padre trema: -mi private dei figli, volete prendere Beniamino, tutto é contro di me...
Suo fratello é morto, egli é rimasto solo- (Genesi 42, 35-38);
-se gli accade una disgrazia, farete discendere nella pena i miei capelli bianchi allo sceòl- (Genesi 44, 29); -ma se dovrò rimanere privo di figli, rimarrò- (Genesi 43,14)".
Sergio Quinzio, Un commento alla Bibbia, 1995, Adelphi, pp.60-61
"Sotto Paolo II si annunciava già quella certa aria di mondanità che stava invadendo la corte papale e che più tardi, sotto i suoi successori, avrebbe trascinato il papato e la Chiesa intera sull'orlo della rovina...nel XV sec. l'Italia diventa il paese più ricco d'Europa mentre prima d'allora questa era una prerogativa della Francia..." Hertling
"Anche il semplice -farsi ascoltare- dagli individui del campo avversario presuppone l'impiego di strutture tecnologiche altamente sofisticate, dalle quali ormai non può prescindere nemmeno la propagazione della Fede cristiana...
L'Apparato (scientifico-tecnologico) ha la capacità di risolvere i problemi della fame e della sopravvivenza di tutti i popoli della terra...
In un mondo sempre più povero e più popolato dove i Paesi poveri premono su quelli ricchi per impadronirsi delle fonti del potere e della ricchezza, é molto più probabile che i ricchi, prima di distruggersi a vicenda salvaguardino i propri privilegi scaricando sui Paesi poveri il proprio potenziale distruttivo...
...-la democrazia- planetaria favorisce e protegge l'unificazione dell'Apparato e quindi l'incremento della sua potenza...". Emanuele Severino
San Pacomio (287-346)
di Padre Felice Artuso
Figlio di agricoltori pagani Pacomio nasce a Snē, località dell’Alto Egitto. Durante il servizio militare è imprigionato per un qualche reato. Mentre sconta la pena, impostagli, nota che i cristiani distribuiscono i viveri ai carcerati e si mostrano molto caritatevoli.
Terminata la detenzione, cerca di conoscere la loro identità. Decide di frequentarli e si convince che essi amano Dio e il prossimo. Per imparare l’arte del vero amore, s’iscrive al corso dei catecumeni e si prepara a ricevere i sacramenti dell’iniziazione.
Ammesso nella Chiesa pellegrina, s’impegna a seguire Gesù Cristo. Abbandona la vita mondana, esclude ogni forma di esaltazione personale, umilia se stesso e inizia un cammino di totale spoliazione.
Avvia quindi dei contatti con alcuni eremiti del deserto e si lascia guidare da Palamone, asceta anziano.
Nel corso di alcuni anni acquisisce una conoscenza delle loro virtù e delle loro contraddizioni. Intuisce che il radicale isolamento può facilitare un esagerato individualismo e arrestare l’ascesa spirituale.
Stabilitosi a Tabennesi, un villaggio situato nell’Alto Egitto, verso il 320 organizza un tipo di vita comunitaria, che avrà uno sviluppo oltre il previsto e sarà una base di riferimento per altri fondatori.
Adatta la convivenza alle esigenze umane e la rende aperta all’insegnamento del Vangelo. Dispone la recinzione del monastero e vi fa erigere la chiesa e le stanze, destinate al lavoro, ai pasti, alla conversazione, al riposo e all’accoglienza dei visitatori.
Ottenendo un alto numero d’adesioni, il monastero si riempie in fretta. Pacomio separa allora i monaci in gruppi di venti e destina a loro un superiore, che rappresenta concretamente la volontà del Signore. Fonda anche altri monasteri, per sminuire il disagio dell’imprevisto ed eccessivo affollamento. Segue
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