Stefano Armellin con il pezzo 1252 di 2013
del Poema visivo del XXI secolo : IL VOLTO DEL MONDO E LA CROCE 1993/2013
Titolo : Pompei Scavi l'ombelico del Mondo
"GIOVANNI...
E un grande segno apparve in cielo: una donna avvolta dal sole, e la luna sotto i suoi piedi, e sulla sua testa una corona di dodici stelle, ed essendo incinta gridava nelle doglie e nel travaglio del parto (Vangelo di Giovanni 12, 1-2)
In Isaia, Gerusalemme genera un figlio maschio, il Popolo di Dio che ripopolerà il paese dopo l'esilio di Babilonia; lo genera senza provare sofferenze (Is 66, 7-8).
Ma adesso Gerusalemme genera il Messia (Giovanni 12,5), il germe di Israele, con gridi di dolore, e il nemico, il satana (Giovanni 12,9), il serpente (Giovanni 12,4), il - grande drago rosso con sette teste e dieci corna - (Giovanni 12,3), é pronto a divorare il bambino appena nasce (Giovanni 12,4).
Dunque l'opera messianica può essere inghiottita dalla potenza delle tenebre nel momento stesso in cui inizia, cosa inaudita nell'orizzonte dell'Antico Testamento e tremenda verità del Nuovo : la mortale separazione tra la venuta del Messia e la venuta del suo Regno".
Sergio Quinzio, Un commento alla Bibbia, pp. 806
"Eco-sviluppo, vale a dire in un equilibrio (reale, non fantastico) tra fare umano e natura...
Si può dire che le nazioni industriali avanzate importino mediamente dai Paesi sottosviluppati il 99% della copra, il 96% della juta, l'88% della bauxite, l'86% dello stagno, il 76% del caucciù, il 74% del manganese, il 61% del cotone, il 58% del rame, il 49% del ferro, il 46% dello zinco...
di cui hanno bisogno.
Si tratta di materie prime che sono tutte alla base della produzione industriale dei Paesi sviluppati: di quelle materie senza le quali il nostro stesso Mondo occidentale sarebbe quasi inconcepibile.
Le implicazioni del processo d'industrializzazione.
Il primo aspetto é quello che si riferisce al mutamento del paesaggio...
La continuità secolare (ed a volte millenaria) dei paesaggi che é dato verificare ancora oggi in taluni paesi (soprattutto se non proprio esclusivamente nei paesi sottosviluppati) non si riscontra lì dove il processo d'industrializzazione ha raggiunto uno stadio avanzato.
L'industria ha condotto una buona parte dell'umanità da un paesaggio naturale a quello che si può senz'altro definire un paesaggio tecnico, costruito dall'uomo (a sua misura e dismisura) in ogni modo il paesaggio in cui l'umanità vivrà sarà sempre meno - naturale - per essere sempre più -tecnico -.
Tuttavia i più grossi mutamenti che il processo d'industrializzazione ha determinato non sono quelli che si possono riscontrare nel paesaggio naturale.
E' un altro - paesaggio - che é uscito sconvolto, travolto, totalmente cambiato : quello dell'uomo stesso.
In lui, religione e famiglia ; organizzazione politica e lingua : tutto, in una parola, é mutato.
Abitudini d'ogni sorta sono ormai ridotte a semplici rottami archeologici; credenze che avevano alimentato della loro forza generazioni e generazioni sono scadute al rango di superstizioni...
Colpito nei valori, nelle tradizioni, nelle istituzioni, l'uomo é stato colpito anche nel corpo.
Il mondo rurale ha sconvolto la natura non meno di quanto lo abbia fatto l'industria...
il problema, dunque, non é quello di una opposizione tra una natura già deformata quale é l'agricoltura e l'industria ma tra quest'ultima e la natura nelle sue costituenti primigenie.
Il problema vero, dunque, é quello di una reinserzione nella natura : solo in questo senso, l'espressione tanto spesso ricorrente di ecosistema può prendere senso reale...
adattando il lavoro all'uomo, cercando cioé di rendere quanto più coerente il rapporto uomo/macchina/natura.
Il mondo industriale...
conduce a sistemi dalla fortissima complessità funzionale e strutturale.
Solo animati da una forte coscienza critica potremo avventurarci in questo avvenire". Romano 1991
Una coscienza critica ancora lontana da una sua reale maturazione e capacità d'intervento per modificare quel che va necessariamente modificato per la salvezza dell'eco-sistema planeatrio eco-sistema globale che ci ospita. Stefano Armellin, Pompei, sabato 4 luglio 2015
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