venerdì 16 settembre 2011

1266 di 2013 ; Pellegrino verso Roma

Stefano Armellin con il pezzo 1266 di 2013
 del Poema visivo del XXI secolo :
IL VOLTO DEL MONDO E LA CROCE 1993/2013




Titolo : Pellegrino verso Roma 

"GIOVANNI...

Pregherò il Padre e vi darà un altro Paraclito (Vangelo di Giovanni 14, 16)
I capitoli dal 13 al 17, che iniziano con la lavanda dei piedi all'ultima cena e terminano con l'uscita di Gesù e dei discepoli verso il Getsemani, sono occupati quasi per intero da un lungo discorso di Gesù, che sembra interrompersi alla fine del capitolo 14 (-alzatevi, andiamocene-, Giovanni 14,31) e poi riprende più lungamente.

E' un discorso lento, stentato, ripetitorio, evasivo, oscuro, contradditorio.

Il nodo tragico che lo domina é il sovrapporsi di una consolazione annunciata per il tempo intermedio che va dalla morte di Gesù alla sua Parusia alla consolazione che era stata sempre promessa con l'avvento del Regno escatologico.

Il tempo del compimento finale si confonde con il tempo dell'attesa che ricomincia più dolorosamente alla morte del Messia. 

Qui c'é davvero quella sovrapposizione e confusione di tempi che gli interpreti si sforzano di vedere nel -discorso escatologico- di Gesù in Matteo e in Marco". 
Sergio Quinzio, Un commento alla Bibbia, pp. 567

"Guarino Guarini (1624 - 1683) ; 

il Guarini é il quarto grande architetto in assoluto del Seicento italiano : quarto in ordine di tempo, ma ... di pari grado del Bernini, del Borromini, di Pietro da Cortona...

il Guarini é la personalità centrale dell'architettura europea della seconda metà del Seicento : a lui si deve la vittoriosa ripresa, nel mondo tedesco, austriaco e boemo, dell'architettura del Borromini,

e la sconfitta del gretto classicismo francese, che aveva decretato il fallimento a Parigi del Bernini.

Con il Guarini, c'é una ripresa folgorante della fantasia e con un metodo rigoroso...

L'architettura barocca, col Guarini, giunge ad una drammaticità quasi allo stato puro, all'espressione della materia smaterializzata..." Brandi.

"Il latino fu l'unica lingua nella quale ci si potesse comprendere in tutti i secoli e in tutti i Paesi del Medioevo, perché i chierici vivevano dappertutto". Chastel

"Morire non era semplicemente un cessare, ma un trapassare, era un rapporto con l'eternità...oggi é praticamente impossibile sentire una predica che parli di immortalità dell'anima, del Giudizio divino, della resurrezione finale.

La coscienza del morire é un elemento determinante nella concezione religiosa dell'ultima ora.

Nel disincanto la morte diviene un puro cessare, una pura separazione della vita...il dolore diviene un puro male e la morte un puro bene. Sono queste le ragioni che la crisi religiosa dell'Occidente porta nella concezione del morire.

La morte dolce é una delega sociale". G.B.B.

"Dell'Universo dai 380 mila anni dopo il Big Bang fino ai 200 milioni di anni non sappiamo nulla. L'epoca oscura". Op.Cit.