sabato 17 settembre 2011

1267 di 2013 ; il Secondo Avvento

Stefano Armellin con il pezzo 1267 di 2013
 del Poema visivo del XXI secolo :
IL VOLTO DEL MONDO E LA CROCE 1993/2013




Titolo : Il Secondo Avvento 

"GIOVANNI...

E' bene per i discepoli che Gesù li lasci per andare al Padre (Vangelo di Giovanni 14, 28; 11, 15), perché allora riceveranno il potere di compiere opere più grandi di quelle che ha compiuto il loro maestro (Giovanni 14, 12), anzi il potere di ottenere tutto ciò che vorranno (Giovanni 14, 13-14; 15, 7; 15, 16).

Ma chi ha visto questa clamorosa manifestazione di potenza ? 

E a chi lo Spirito  ha svelato tutta la verità ( Giovanni 14, 26; 15, 15; 16, 12-13; 15, 26), 

se Paolo dirà che -imperfetta é la nostra conoscenza, imperfetta anche la nostra profezia- (1 Cor 13,9)?". Sergio Quinzio, Un commento alla Bibbia, pp. 568

"Alberti innalza definitivamente l'architettura al rango delle arti liberali separando nettamente la concezione e il lavoro mentale dall'esecuzione e distaccando l'artista dall'operaio e dal capomastro. 

L'essenziale, per lui, é nell'idea e nei piani che la traducono...

Così, in pieno '400 Alberti fissa regole e modelli a cui nessun architetto potrà ormai sottrarsi...

E non é a Firenze che il suo gusto personale trovava l'eco maggiore, ma ad Urbino, città più disponibile dove ci si spingerà molto più innanzi.

E' attraverso l'intensità espressiva che tali creazioni risultano ineguagliabili...

Piero della Francesca (1416/1492) il monarca della pittura, fu per la generazione della metà del secolo, una personalità completa come quella di Giotto e, come lui, di carattere nazionale non provinciale...".Chastel

"Verona 2006. La Chiesa non si segnala solo per la politica del buon samaritano, ma anche per una capacità di proposta pubblica sulle questioni più decisive del nostro tempo, quali il gusto per la verità, la centralità della famiglia, la promozione della vita umana, l'attenzione agli ultimi, la giustizia e la pace, la convivenza tra le culture e religioni diverse...

In una società sempre più plurale, i cattolici sono convinti di avere risorse di senso capaci di alimentare un'idea alta di convivenza umana.

L'anima più sociale del cattolicesimo italiano sembra avere maggiori difficoltà a interpretare questa stagione ecclesiale, un po' perché non é facile tradurre nell'impegno storico la svolta identitaria della Chiesa italiana, un po' per la carenza di una leadership laicale ed ecclesiale che aggiorni e  renda più efficace questo tipo di impegno.

La convergenza tra queste due sensibilità ecclesiali può essere forse il compito che attende il cattolicesimo italiano dopo Verona". F.G. La Stampa 23/10/2006