venerdì 21 ottobre 2011

1301 di 2013 ; il Secondo Avvento

Stefano Armellin con il pezzo 1301 di 2013
 del Poema visivo del xxi secolo :
IL VOLTO DEL MONDO E LA CROCE 1993/2013




Titolo : Il Secondo Avvento 

"Jahvé = Colui che E' ; Io sono Colui che é sempre presente al tuo fianco.
I greci non avevano mai dato a Dio il concetto di infinità perché aveva una connotazione negativa: designava qualcosa di oscuro, di imperfetto, di meramente potenziale.

Il primo autore cristiano che parla di Dio come infinito é Clemente Alessandrino.

Dio é semplicissimo. 

La sua chiarezza rimane sempre intatta assolutamente trasparente, la sua vita sempre piena e intensissima...in-mensus immenso = senza misura, smisurato, infinito...

Tutto si misura a partire da Dio.

La sensazione dell'onnipresenza di Dio...

Non é un fenomeno raro riservato ai mistici ma é un'esperienza comune direi universale. 

Tutti abbiamo dei momenti in cui avvertiamo chiaramente la presenza di Dio...

Ci manca soprattutto il tempo, il tempo ci sfugge, ne abbiamo sempre di meno mano mano che la vita passa". Battista Mondin

Varazze. Assisi. Varazze. 

Singolare scena al mattino, fuori dalla mia celletta sistemata accanto alla facciata esterna della chiesa del convento dei Passionisti che mi ospitano. Arriva sulla piazzetta una Fiat 126, scende un tale lasciando il motore acceso, va davanti al portone chiuso della chiesa, si inginocchia e prega. Il rombo del motore fa da coro !

Fa freddo in Val di Vara, i prati sono bianchi dalla brina. Pedalo agilmente fino a Pietrasanta dove mi fermo per il pranzo nella casa dei Salesiani di Don Bosco. Nel primo pomeriggio a Massarosa foro la ruota posteriore. Non ho mai cambiato una camera d'aria e devo chiedere aiuto a un meccanico.

In direzione di Lucca con la ruota a posto provo chiedere ospitalità al convento dei Certosini, ma il Priore mi spiega che la loro regola di clausura non consente eccezioni. Niente giornali, televisione, radio e ospiti. Sono un po' folli ? Per me la follia che incontro sulle strade e che vedo sulle autostrade é pazzia pura.

Non c'é delirio al Mondo in grado di competere con la pazzia delle autostrade e della automobile, l'inquinamento degli inquinamenti.

In un convento di Cappuccini vicino a Lucca suono più volte ma nessuno viene a rispondere. 
Fa buio pesto e sono costretto a proseguire. Lucca. San Vito. Lappato. Mi accosto all'esterno di un bar per mangiare un boccone come cena. Un tale in tuta da meccanico mi chiama dentro il locale invitandomi a entrare. Vuole essere utile e telefona al convento per presentare il mio caso, parlo anch'io, ma mi viene risposto che la Questura ha ordinato di non ospitare nessuno !

Telefono ad un convento in Péscia e mi viene detto che sono al completo e non c'é posto.

Giuseppe allora mi offre da bere e mi invita a casa sua. Conosco così la sua famiglia e mi ritrovo a cenare con la televisione accesa. Poi, sistemato per la notte in una branda, nel salotto mezzo pieno di scatole dell'Avon cosmetici scrivo queste righe mentre dalla televisione in cucina Mike Buongiorno decanta i suoi prodotti.

Oggi non sono stato fortunato per la notte nei conventi. Ma Giuseppe il magazziniere credente e non praticante mi ha chiamato per poi ospitarmi nella sua casa. La gratitudine dei semplici vince la diffidenza dei teologi. Stefano Armellin, giovedì 19 novembre 1992

Sant’Agostino (354-430) c
di Padre Felice Artuso
Avendo notato che Agostino si distingue nell’oratoria, Valerio lo consacra Vescovo e gli affida il compito di coadiuvarlo. 
Alla sua morte Agostino vorrebbe fuggire nella solitudine del deserto, per dedicarsi solo alla contemplazione, ma comprende che Dio lo chiama a guidare la chiesa locale. 
Obbedisce alla volontà divina e svolge il ministero episcopale per ben trentaquattro anni. 
Egli incomincia la giornata con la celebrazione eucaristica e la chiude accanto alla lampada a olio. 

Si sottopone a un’intensa attività di cercatore della Verità, di Pastore solerte ai bisogni del popolo e di scrittore, che risolve le maggiori controversie teologiche. 

Nei circa 200 discorsi o omelie annuali, senza ripetersi, educa il popolo alla retta Fede e ai buoni costumi. 

Gli insegna che il Cristianesimo è un morire al peccato, un risorgere in Gesù Cristo e un vivere nell’amore fraterno.
 
Chiede ai presbiteri di formare con lui una comunità di preghiera, di amore e di attività apostolica. 

Introduce nella Chiesa la forma di vita monacale per preti, fondata da Eusebio vescovo di Vercelli. 

Inaugura una coabitazione, che diviene un segno espressivo dell’amore trinitario, un luogo di accoglienza fraterna, di formazione spirituale e di dedizione ministeriale. Esige che tutti, presbiteri e laici osservino le norme, da lui stabilite . 

Fonda anche una comunità femminile, diretta inizialmente da sua sorella e in seguito dalle superiore elette. Dispone che le monache preghino, soccorrano i bambini abbandonati e vivano nell’intesa reciproca. 

Avverte che i litigi, le ire e le ribellioni dei religiosi, si oppongono alla scelta di vivere nella piena comunione . 

Redige un’equilibrata Regola monastica, che ha studiato, analizzato, modificato, sperimentato e difeso con grande ardore. 

Deduce le norme dalla comunità apostolica, che mette tutto in comune, trascorre i giorni nell’amore reciproco e si protende unanimemente verso il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo (At 2,42-48; 4,32-35). 

Scrive: «È piaciuto a tutti noi, che viviamo nel monastero nel nome del nostro Signore Gesù Cristo, di avere un’anima sola nel Signore e di possedere tutto in comune, secondo la tradizione degli Apostoli» . Segue

Padre Felice Artuso