Sant’Antonio Maria Zaccaria (1502-1539)
di Padre Felice Artuso
Antonio nasce a Cremona. Figlio dei conti Lazzaro Zaccaria e Antonia Pescaroli, dopo pochi mesi dalla nascita, rimane orfano del padre.
Cresce pertanto accanto alla madre, che gli infonde una solida e robusta fede. Terminata la prima istruzione scolastica, studia filosofia a Pavia e medicina all’università di Padova.
Laureatosi nella professione medica, ritorna a Cremona, dove inizia a curare i malati e li assiste con amorosa gratuità.
Vede in loro l’immagine di Gesù che soffre. Ripete abitualmente queste parole, che costituiscono il fondamento e il centro della sua spiritualità: «Per amore del Crocifisso; per imitazione del Crocifisso». Raduna anche i ragazzi e li istruisce nella dottrina cattolica.
Dotato di una brillante eloquenza, diviene una persona stimata e cercata. Avendolo conosciuto, il domenicano, padre Marcello, lo incoraggia a perseverare nell’attività intrapresa e nell’ascesi spirituale.
Alla sua morte il confratello, padre Battista da Crema, lo orienta al ministero sacerdotale.
Antonio accetta il consiglio del domenicano e si prepara all’ordinazione presbiterale.
S’impone quindi una vita austera, devota e innovatrice. Studia le lettere di San Paolo apostolo e impara a crescere nell’amore di Gesù crocifisso. Imita il dinamismo evangelico dell’apostolo dei gentili e si firma prete di San Paolo.
In particolare cerca i lontani dalla Chiesa, prepara la gran riforma del concilio di Trento e legge libri di meditazione sulla Passione del Signore.
Animato dall'ideale del rinnovamento spirituale, organizza delle conferenze. Nelle pubbliche piazze parla ordinariamente di Gesù, che soffre e muore in Croce.
Invita tutti «amorosamente a guardare le piaghe, le lividure, il sangue del Signore morto sulla Croce» .
Inoltre dedica parecchie ore a insegnare il catechismo e a svolgere il ministero della riconciliazione.
Ostacolato, perseguitato e dichiarato eretico da alcuni preti, subisce due processi ecclesiastici, ma i giudici romani lo assolvono dalle ingiuste accuse. Fiducioso nel Signore, egli riprende l’apostolato in cui raccomanda ai presbiteri, ai religiosi e ai fedeli laici di lottare contro la mediocrità e di protendersi verso la vetta della santità. Segue
Padre Felice Artuso