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Papa Albino Luciani è stato Patriarca di Venezia, ho usato in 13 di 45 questa sferetta di vetro di Venezia per ricordare sia Lui al quale dedico Campo di sangue, sia i sacrifici di mia madre Tecla Zago (1934) e mio padre Sisto Armellin (1929-2014), che mi hanno fatto questo dono. Noi siamo veneti e per i veneti Venezia è una seconda natura. Ci sono stato la prima volta quando non ero ancora nato, ottobre 1960 con mia madre incinta.
I miei genitori hanno conosciuto Albino Luciani quando era Vescovo di Vittorio Veneto, si erano rivolti alla Sua comprensione per problemi di lavoro seri e gravi, causati all'azienda di famiglia da un lontano cugino prete, più malvivente che prete. Sono stati ricevuti due volte in udienza privata.
I miei genitori hanno conosciuto Albino Luciani quando era Vescovo di Vittorio Veneto, si erano rivolti alla Sua comprensione per problemi di lavoro seri e gravi, causati all'azienda di famiglia da un lontano cugino prete, più malvivente che prete. Sono stati ricevuti due volte in udienza privata.
Mia madre mi raccontò gli incontri, e la grande sensibilità di Luciani al punto di piangere davanti a loro per il dispiacere di constatare l'impotenza davanti all'azione di Satana. Come, quando da Patriarca andò a Roma per chiedere spiegazioni sulla vendita del 37% delle azioni della Banca Cattolica del Veneto, fatta a sua insaputa.
Fuori da questa vita la linea del tempo cambia e i conti tornano; ecco perché dedico Campo di sangue al sorriso di Dio, per quell'incontro avuto con i miei genitori, per una promessa di aiuto che, se allora non è riuscita a concretizzarsi, si realizza oggi per me.
L'incontro del Vescovo Albino Luciani con i miei genitori, è stato infatti come una mistica trasmissione d'intenti che ha determinato il mio impegno di artista cattolico, insieme ad altri eventi altrettanto significativi.
26 agosto 2012 34° dell'elezione a Pontefice; 28 settembre 2012 anniversario della morte; 17 ottobre 2012 centenario della nascita di Albino Luciani - Giovanni Paolo I. Beatificazione domenica 4 settembre 2022
In 14 di 45 ci troviamo nella croce del ladrone alla sinistra del Cristo, la croce è quella nera, il crocifisso è uno dei tredici presenti ad indicare i primi discepoli in missione, non va confuso con la composizione sotto. In quest'opera ci sono diversi piani di lettura, qui metto ancora in luce il gancio di Satana che ha portato il ladrone a peccare. Ma proprio la presenza del discepolo che si identifica con il Cristo è la prova che la Speranza di redenzione non va mai smarrita.
Due ladroni come dice il Vangelo di Matteo oltraggiavano Gesù. Pensate che fino a poche settimane fa Benedetto XVI era servito a tavola da un ladrone. In Campo di sangue il punto non è tanto discriminare fra il buono e il cattivo, notate che sono entrambi sullo stesso piano, perciò va compreso che tutti hanno abbandonato Gesù; i ladroni non potendo farlo fisicamente l'hanno fatto verbalmente.
Per coloro devoti a San Dima il buon ladrone, nell'insieme del Quadro si vede che lo sguardo della Madonna collocata al centro della Croce di Cristo, come mediatrice alle richieste di perdono, lo sguardo è rivolto alla destra del Cristo verso la croce del buon ladrone.
Mentre accanto a Gesta vedi 10 di 45 si trova il vortice mai sopito del Giudizio Universale.
Stefano Armellin
(11. Continua)
Pompei, lunedì 27 agosto 2012 aggiornato a sabato 12 marzo 22