48.Louvre. Henri (già Direttore del Louvre); Varazze-Assisi a piedi.
Oggi a Pompei c'é il sole e nel 1992 ? Piove durante la salita al Monte Zatta, ma non abbastanza per scaricare completamente le turbolenze atmosferiche che accompagnano il mio cammino rapido e sicuro fin dal giorno della partenza.
Metto la tenda in un bel bosco di faggi sulla sommità del Monte Zatta. Senza cena. Senza colazione vado a lavarmi al Colle Craiolo in un abbeveratoio per bestiame. M'infilo in una lunga strada sterrata bianca con mandrie di bestiame di qua e di là dal crinale; a una contadina intenta ad aggiustare il suo trattore chiedo un po' di latte.
Gentilmente prende il secchio del latte appena munto e ancora caldo, pastoso e fumante, genuino. Mi riempie la borraccia e non vuole essere pagata. Parliamo delle trasformazioni avvenute nel mondo rurale, dovute all'evolversi dell'agricoltura e pastorizia industriale.
Ascolto impotente lamenti che avevo già sentito sulle Alpi. l'allevamento artigianale è in crisi irreversibile come il Cristianesimo. Perchè come l'Amore autentico, non risponde alla logica di consumo del nostro tempo. Dall'industria viene lo sbaglio ? dall'industria deve venire il rimedio.
(NdA oggi si nota una inversione di tendenza da parte degli industriali più sensibili, si è compreso che premia un comportamento onesto, ma c'è ancora molta strada da fare se come prospettiva pensiamo al Mondo intero).
Mi si ferma l'orologio. Sono a zero. Ho rinunciato alla bussola, agli occhiali, al berretto, ai guanti (che non sono indispensabili in agosto), al coltellino, al fornellino, al telefonino, alle posate, ai viveri di scorta e per pronto soccorso ho sei cerotti.
Non ho carte di credito e il solo denaro che possiedo è quello che ho con me per realizzare la traversata. Una scelta fatta per rimanere più vicino allo stile di Francesco.
Quando il sentiero lo permette cammino per chilometri a piedi nudi. Al Passo Cento Croci l'unico rifornimento che trovo è un ristoro-albergo-emiliano che mi permette di placare una fame incalzante da molte ore. Gradisco la fine cucina emiliana giustamente rinomata. Trovo nella sala un libro scritto dal pittore italiano Guttuso, leggo un po' il suo pensiero ma preferisco i disegni.
Gli emiliani mi sembrano una razza diversa, gli italiani (Henri) sono un misto di razze diverse: toscani, veneti, umbri, lombardi, liguri, piemontesi, ti ricordo Henri, che il Conte Cavour parlava e scriveva in francese, conosceva solo il dialetto piemontese e non ha mai imparato l'italiano!
Gli Stati Uniti d'Italia tenuti insieme da una lingua che nessuno di noi, nemmeno i letterati, conosce bene. L'arte invece è un linguaggio universale, l'immagine perfora la mente immediatamente, un collezionista esperto in pochi secondi è in grado di comprendere se si trova davanti un Capolavoro oppure ad un'opera mediocre.
(48.Continua) Stefano Armellin, Pompei, domenica 31 agosto 2014