giovedì 8 gennaio 2009

281 di 2013 ; Apocalisse

Stefano Armellin con il pezzo 281 di 2013
 del Poema visivo del XXI secolo :
IL VOLTO DEL MONDO E LA CROCE 1993/2013




Titolo: Apocalisse : "Le opere più famose sono veramente e per molteplici ragioni le migliori...ogni opera d'arte fa appello ai contemporanei non solo per ciò che fa ma anche per ciò che lascia da fare...ogni guadagno o progresso in una direzione implica una perdita in un'altra...".Gombrich


Bassano del Grappa. Giovedì 25 gennaio 1996. Nuvoloso e pioggia. Si riprende però ad incassare. Lordo di oggi Lire 403.000. Rita incrementa la sua presenza nella mia vita. Ho la netta impressione che finiremo per sposarci presto. La fiera sarebbe terminata oggi ma c'é una proroga -arrangiata- di alcuni giorni. Stefano Armellin

L’attuazione della risurrezione gloriosa b di Padre Felice Artuso
L’apostolo Paolo, che sulla via di Damasco è stato particolarmente illuminato da Dio, asserisce che Gesù risorto si trova in uno stato molto differente da quello terreno. Argomenta che egli vive presso il Padre, immerso in una totale trasformazione, elevazione, divinizzazione e superamento dello spazio nonché del tempo. Basandosi sull’esperienza delle primizie naturali, segno dell’imminente raccolto, assicura che Gesù mediante la sua risurrezione anticipa il nostro destino finale (Rm 8,22-23). 
Utilizza il concetto d’abitazione e dimora ultraterrena, per indicare che la materia non ostacolerà più le nostre relazioni sia con Dio sia con le sue creature (2 Cor 5,1-10). Per dimostrare il cambiamento dei nostri corpi da passibili ad impassibili, da corruttibili ad incorruttibili,da mortali ad immortali (1 Cor 15,35-50), ricorre ad immagini analogiche. 
Scrive «E come abbiamo portato l'immagine dell'uomo di terra così porteremo l'immagine del corpo celeste» (1 Cor 15,49). Contrapponendo Adamo a Gesù Cristo, sostiene che il primo rappresenta l’umanità fallita, mentre il secondo costituisce la garanzia dell’umanità redenta (1 Cor 15,45). 

Evoca anche il dinamismo del seme (Gv 12,24), molto adatto per capire il nostro passaggio da una realtà ad un’altra. Gettato nel soffice terreno, il seme marcisce, ma poi vi scaturisce un germoglio, uno stelo ed una pianta. 

Ugualmente dal dissolvimento del nostro corpo seguirà una nuova vita. 

Afferma che Dio alla fine del tempo stabilito «trasfigurerà (anche) il nostro misero corpo per conformarlo al corpo glorioso» di Gesù (Fil 3,21); ci renderà simili a Lui risorto ed esaltato; imprimerà in noi le sue stesse caratteristiche. Fruiremo di un corpo splendido, agile, tridimensionale, perfetto ed esente da qualsiasi male. 

Tale evento, oggetto di annuncio e non di verifica storica, segnerà una frattura ed una continuità con il passato. Determinerà una separazione dalla vita temporale e nello stesso tempo non annullerà l’identità personale. 

Allora sperimenteremo la nuova vita. Saremo assieme a Gesù con-risorti (Ef 2,6; Col 2,12; 3,1), con-vivificati (Ef 2,5; Col 2,13), con-innestati (Rm 6,5), con-figurati (Fil 3,10), con-glorificati (Rm 8,17), con–viventi e con-regnanti . 

Possederemo Dio, sommo ed infinito bene. Allora si compirà la nostra profonda aspirazione di conoscere, amare, comunicare e gioire, senza alcun limite. Avremo il pieno appagamento di tutti i nostri legittimi aneliti.
segue

Padre Felice Artuso