martedì 19 agosto 2008

138 di 2013; Olocausto e l'Apocalisse

Stefano Armellin con il pezzo 138 di 2013
 del Poema visivo del XXI secolo :
IL VOLTO DEL MONDO E LA CROCE 1993/2013



Titolo: Olocausto e l'Apocalisse : "APOCALISSE...Non colpite la terra né il mare né le piante, fino a quando non abbia segnato in fronte i servi del nostro Dio. E  udii il numero dei segnati col sigillo : centoquarantaquattromila, di ogni tribù dei figli di Israele.


Dalla tribù di Giuda dodicimila segnati, dalla tribù di Ruben dodicimila, dalla tribù di Gad dodicimila, dalla tribù di Aser dodicimila, dalla tribù di Neftali dodicimila, dalla tribù di Manasse dodicimila, dalla tribù di Simeone dodicimila, dalla tribù di Levi dodicimila, dalla tribù di Issacar dodicimila, dalla tribù di Zabulon dodicimila, dalla tribù di Giuseppe dodicimila, dalla tribù di Beniamino dodicimila (Apocalisse 7, 3-8).

All'apertura dei sigilli del libro sulla terra si abbattono fllagelli (Apocalisse 6). Il libro del compimento dell'opera di Dio (Apocalisse 5,1) é lo stesso rotolo che aveva mangiato Ezechiele, pieno  al dritto e al rovescio di -lamenti, gemiti e pianti- (Ez 2,10): dolce alla bocca (Ez 3,3) perché

appaga il bisogno di giustizia, ma amaro alle viscere (Ez 3,14) perché la vendetta é un'estrema, disperata possibilità, nella quale la vittoria di Dio coincide con la sua sconfitta,

la distruzione degli uomini con l'apparizione dell'arcobaleno della pace (Apocalisse 4,3; 10,1; Gn 9, 12-17), l'apertura del tempio celeste dov'é l'arca dell'alleanza con lo scatenamento della definitiva condanna (Apocalisse 11,19; 15,5)". Sergio Quinzio, Op.Cit. 801

"Perché come gli oligarchi e gli ottimati a forza di fazioni, di clientele, di largizioni, di artifizi di ogni sorta, hanno vinto la plebe in cui risiedeva il potere, e l'hanno vinta colle forze comuni: così questi pochi nei quali risiede ora il potere; mediante l'egoismo inevitabile quando la virtù e la natura é sparita dal Mondo, non si accordano neppure intorno agl'interessi comuni di questa piccola società,

il cui solo bene era divenuto loro scopo: e ciascuno cercando il ben proprio, si dividono di nuovo in partiti ; il partito vincitore, si suddivide di nuovo per gli stessi motivi; finattanto che più presto o più tardi, la vittoria e il potere resta in mano di un solo, il quale essendo indivisibile finalmente il governo divenuto monarchia, piglia (609) una forma stabile". Giacomo Leopardi dallo Zibaldone di pensieri

 " quanto più ricco era il Mondo di colui che lo teneva sottomesso, tanto più ricco diventerà il suo proprio Mondo, che da quello si svincola".Canetti.