venerdì 12 settembre 2008

163 di 2013; Serietà e l'Apocalisse

Stefano Armellin con il pezzo 163 di 2013
 del Poema visivo del XXI secolo :
IL VOLTO DEL MONDO E LA CROCE 1993/2013




Titolo : Serietà e l'Apocalisse " Sono convinto che ciò che l'uomo si impone da sè viene preso da tutti, anche da persone estremamente limitate, più sul serio di ciò che egli fa perchè qualcuno lo obbliga".Canetti
"APOCALISSE...Per capire il 666 che l'Apocalisse riferisce direttamente allo - pseudoprofeta -, - numero d'uomo-. designante cioé una realtà terrestre, non un'astrazione, un'idea - basterà allora vedervi espressa l'assoluta (triplice) manchevolezza (sei) che é venuta al posto della fallita pienezza (sette meno uno).

In greco, nella scrittura in cifre del numero 666 si trova la lettera -chi- che vale 600 ed é l'iniziale di Cristo, e, separata dalla lettera composta -csi' che vale 60 (Ct 6, 8-9), si trova il segno speciale di numerazione detto -stigma-, -segno impresso per ignominia con ferro infuocato sugli schiavi-, che vale 6 : la potenza che é indicata nel 666 stravolge Cristo facendone uno strumento mondano per la perdizione degli uomini". Sergio Quinzio, Un commento alla Bibbia, pp. 509-510

"Tutte le forze dell'uomo sono nella natura e illusioni; che la civiltà, la scienza ec. e l'impotenza sono compagne inseparabili; vuol dire che il fare non é proprio né facoltà che della natura, e non della ragione; e siccome quegli che fa é sempre signore di chi solamente pensa, così i popoli o naturali o barbari che si vogliono chiamare, saranno sempre signori dei civili, per qualunque motivo e scopo agiscano.

I periodi della società si rassomigliano in tutti i tempi. Questo é un vero assioma. Le qualità essenziali non sono mutate, né mutabili, dal principio della natura in poi, in nessuna creatura, bensì le accidentali e queste per la diversa disposizione delle essenziali che partoriscono una diversità rilevantissima, (870)

La naz. Ebrea così giusta, anzi scrupolosa nell'interno, e rispetto a' suoi, vediamo nella Scrittura come si portasse verso gli stranieri. 

Verso questi ella non avea legge; i precetti del Decalogo non la obbligavano se non verso gli Ebrei:

ingannare, conquistare, opprimere, uccidere, sterminare, derubare lo straniero, erano oggetti di valore e di gloria in quella nazione come in tutte le altre;

anzi era oggetto anche di legge, giacché si sa che la conquista di Canaan fu fatta per ordine Divino, e così cento altre guerre, spesso nell'apparenza ingiuste, co' forestieri". Giacomo Leopardi, Dallo Zibaldone di pensieri