sabato 25 ottobre 2008

206 di 2013 ; Beato Fra Claudio Granzotto e Caifa

Stefano Armellin con il pezzo 206 di 2013
 del Poema visivo del XXI secolo :
IL VOLTO DEL MONDO E LA CROCE 1993/2013


Titolo: Beato Fra Claudio Granzotto e Caifa ; Mia madre, Tecla Zago Armellin, mi consacrò a questo frate scultore di Santa Lucia di Piave (Treviso). Stefano Armellin


L'uomo accettando la sua Croce con fede e amore diventa immagine di Cristo Gesù. 
Enzo Bolla



Il ruolo svolto da Caifa, dal Sinedrio e dalla folla di Padre Felice Artuso

L’apostolo Paolo non dubita che sulla via di Damasco il Signore è apparso improvvisamente a lui e, per attuare il suo progetto, lo ha chiamato a dargli testimonianza. Avendolo bestemmiato, perseguitato e oltraggiato (1 Tm 1,13), si stupisce che egli abbia affidato a lui il ministero dell’apostolato.

Se ne sente davvero impreparato, indegno e impotente. Uomo aperto, leale e determinato, obbedisce prontamente al Signore. Nel faticoso svolgimento del mandato ricevuto, asserisce che i giudei, suoi consanguinei, hanno rifiutato Gesù, che li ha cercati e ha approfittato di ogni occasione per riempirli di consolazione e di speranza.

Riconosce che se proseguono ad indurire il loro cuore e a rifiutarlo, mantengono ugualmente il privilegio dell’elezione, dell’amore e dei favori di Dio. Si privano tuttavia degli effetti salvifici, connessi alla recente e inattesa risurrezione di Gesù (Rm 11,1ss).

L'evangelista Giovanni sminuisce la colpa di Pilato sulla condanna a morte di Gesù, mentre accentua quella dei giudei. Presenta, infatti, il Nazareno che nel giorno del processo al Pretorio attesta al prefetto romano: «Tu non avresti nessun potere su di me, se non ti fosse dato dall’alto.

Per questo chi mi ha consegnato nelle tue mani ha una colpa più grande» (Gv 19,11).

Dall’approssimativa comprensione della prima testimonianza apostolica, si diffonde nella Chiesa la convinzione che i giudei hanno ereditato la colpa dell’omicidio, commesso dai loro padri, vittime di una gretta mentalità.
 
I giudei, residenti prevalentemente nei grandi centri dell’impero romano, s'irritano che i cristiani li accusino di omicidio, non avendo avuto alcun ruolo attivo sulle fasi del processo civile di Gesù .

Tra i membri della Sinagoga e i componenti della Chiesa si sviluppa pertanto una conflittualità, che si protrae nei secoli.

Il Concilio Ecumenico Vaticano II nella dichiarazione sulle religioni non cristiane toglie ai giudei assenti al processo e alla crocifissione di Gesù ogni imputazione di colpa storica.

Prescrive quindi ai cristiani di smorzare le esplosive polemiche e di conformarsi alla verità evangelica, emersa dalla recente esegesi biblica: «E se autorità ebraiche con i propri seguaci si sono adoperate per la morte di Cristo, tuttavia quanto è stato commesso durante la sua Passione, non può essere imputato né indistintamente a tutti gli Ebrei allora viventi, né agli Ebrei del nostro tempo.

E se è vero che la Chiesa è il nuovo popolo di Dio, gli Ebrei tuttavia non devono essere presentati come rigettati da Dio, né come maledetti, quasi che ciò scaturisse dalla sacra Scrittura.

Curino pertanto tutti che nella catechesi e nella predicazione della Parola di Dio non si insegni alcunché che non sia conforme alla verità del Vangelo e dello Spirito di Cristo» (NA 4).

Padre Felice Artuso