Stefano Armellin con il pezzo 230 di 2013
del Poema visivo del XXI secolo :
IL VOLTO DEL MONDO E LA CROCE 1993/2013
Titolo: Italics e il Silenzio nella spiritualità " Russia : le sole industrie immettono ogni anno nell'aria 60 milioni di tonnellate di inquinanti, una volta e mezza quello che riesce a fare l'industria americana che pure è il doppio di quella sovietica; in Polonia, Cecoslovacchia e Germania orientale, si bruciano ogni anno 700 milioni di tonnellate di carbone, il 40% della produzione mondiale. Sull'intero territorio della Polonia ormai solo il 20% dell'acqua può ancora considerarsi potabile; Cecoslovacchia : 900 mila ettari di foreste, il 35 % del totale, sono già stati danneggiati dalle piogge acide, ed entro il 2000 sarà irreversibilmente danneggiata oltre la metà del patrimonio boschivo; Germania orientale : il 90% delle foreste hanno riportato danni già visibili ad occhio nudo".
Nordi 1990.
Il silenzio nella spiritualità di Padre Felice Artuso
Il silenzio, momentaneo o protratto, interiore o esteriore, scelto o imposto ha una molteplicità di aspetti, che si possono capire e valutare in ogni caso. Indica perlopiù il dominio di sé, la tensione ascetica, la disponibilità ad ascoltare e a rispettare chi comunica qualcosa.
Manifesta anche sentimenti contrapposti: la fiducia o la diffidenza, il consenso o il dissenso, l’amore o l’odio, l’umiltà o l’arroganza, la quiete o la paura, la gioia o la noia.
Ci imbattiamo spesso nel silenzio dei ricordi e delle immaginazioni, delle disapprovazioni e delle approvazioni, delle preoccupazioni e delle ansie.
Il silenzio ascetico, voluto, cercato, ripetuto e protratto suscita un contatto tra il cielo e la terra, tra Dio e l’uomo, tra lo spirito e la materia.
Coinvolge la nostra persona nella sua componente fisica, psichica e spirituale. Ci aiuta ad essere attenti all’attiva presenza di Dio in noi, ad unirci a Lui e ad cogliere i messaggi, che scaturiscono dal suo intimo.
Un salmista attesta: «Sto in silenzio, non apro bocca, perché sei tu (o Dio) che agisci» (Sal 39,10). Un altro salmista consiglia: «Sta’ in silenzio davanti al Signore e spera in Lui» (Sal 37,7).
Il profeta Sofonia raccomanda ali distratti: «Silenzio davanti al Signore Dio, perché il giorno del Signore è vicino, ha preparato un sacrificio, ha mandato a chiamare gli inviati» (Sof 1,7). Il profeta Geremia esorta: «È bene aspettare in silenzio la salvezza del Signore» (Lm 3,26).
Dai vangeli risulta che Maria, sempre Vergine, vive nel silenzio, nell’ascolto, nel nascondimento e nella lode a Dio. Impressiona il suo atteggiamento silenzioso di fronte a Gesù crocifisso e agonizzante. Con il suo esempio ci dispone a scrutare la nostra coscienza, ad individuare le nostre miserie, a vigilare sulla nostra condotta, a scoprire i nostri limiti, a purificarci dal peccato, a custodire, nonché ad irrobustire le virtù, che Dio ci ha infuso.
Ci offre pure la possibilità di relazionarci con gli altri, di dialogare, di informarci, di conoscere i nostri fratelli, di non temere la loro diversità, di intenderci, di demolire i pregiudizi e di scoprire la preziosità del nostro tempo come anche della nostra spiritualità.
Chi si è allenato al silenzio, abbandona le preoccupazioni, si distacca delle superficialità, supera gli ostacoli che lo contrappone agli altri, si fissa in Dio, persevera nella piena comunione con Lui e crea eventi comunicativi in cui entra in relazione con il prossimo.
Dialoga di norma con le persone di ogni età e di ogni condizione sociale e culturale. Perviene così ad una conoscenza più esatta delle realtà creaturali, dei desideri comuni di bene, del bisogno di comunione reciproca e della necessità di difendere i valori della vita.
Nella storia della spiritualità alcuni cristiani s'impongono un paziente, disciplinato e ricettivo silenzio. Si ritirano nelle tranquille oasi del deserto, dove, staccatisi dalle personali sicurezze, cercano di vivere nella semplicità dell’Eden, nei riti liturgici ascoltano la Parola di Dio, lo lodano con gratitudine e si dispongono a servirlo con amore.
Gregorio Nazianzeno predilige dimorare nel silenzio. Trascorre la Quaresima nel completo silenzio, per percepire la presenza di Dio, scrutare la sua Parola e abbandonarsi in Lui. San Saba il Giovane, eremita bizantino, approdato in Sicilia e morto a Roma nel 995, per 25 anni osserva un rigoroso silenzio.
Padre Felice Artuso
|