domenica 23 novembre 2008

235 di 2013 ; L'esigenza del silenzio e della parola

Stefano Armellin con il pezzo 235 di 2013
 del Poema visivo del XXI secolo :
IL VOLTO DEL MONDO E LA CROCE 1993/2013 



Titolo : L'esigenza del silenzio e della parola " Non tollerate che alcuno agisca contro le leggi e lasciate che ognuno pensi come vuole...dove c'è ricchezza seguono presto arti e scienze. Le grandi ricchezze e il denaro degli stranieri si rifiuteranno di venire fra degli uomini a meno che non accogliate anche i loro compagni inseparabili : l'avarizia e il lusso; dove c'è molto commercio c'è molta frode ". Mandeville.


L’esigenza del Silenzio e della Parola di Padre Felice Artuso

«C’è un tempo per tacere e un tempo per parlare» (Qo 3,5). 


Il tempo ha una funzione benefica in noi, se sappiamo utilizzarlo saggiamente, mentre ci danneggia, se ne abusiamo come nei chiacchiericci superficiali e nell’emissione di forti vibrazioni. 

Diamo più spazio al silenzio, all’ascolto, al dialogo, alla preghiera e al lavoro responsabile. 

Le persone stolte si abbandonano alle dicerie, ai rumori e alle inerzie. 

Non si accorgono che offendono il prossimo (Gc 3,2) e distruggono il bene, che gli altri hanno prodotto con tante fatiche. «Nel molto parlare non manca la colpa…Chi parla senza riflettere: trafigge come una spada» (Pr 10,19; 12,18). 

«Il peccatore è vittima delle proprie labbra, il maldicente e superbo vi trovano inciampo» (Sir 23,8). 

Le persone sagge si contrappongono alle stolte. Scelgono di norma il Silenzio, per conservare l’autocontrollo e per ascoltare le implorazioni del prossimo. 

San Gregorio Magno scrive su questo argomento: «Bisogna saper valutare con sagacia i tempi dei diversi tormenti, perché la lingua non si muova inutilmente in chiacchiere, mentre dovrebbe essere trattenuta; oppure, si chiuda in pigro Silenzio, quando dovrebbe parlare con buon profitto. … 

Liberarsi da un Silenzio chiuso e dar sfogo alle chiacchiere, equivale disperdersi in mille rivoli, tanto che non è più sufficiente, neppure rientrare in se stessi e riprendere coscienza della propria condizione» .

Nel frastuono odierno gli adulti educano i giovani ad osservare dei momenti di quiete e di completo Silenzio. 


Nelle assemblee civili le autorità applicano il rito della commemorazione silenziosa. La Chiesa contemporanea difende il consueto suono delle campane, perché esse invitano all’ascolto, al Silenzio e alla preghiera.

Raccomanda di creare ampi tratti di assoluto Silenzio, per concentrarci in Dio, che si rende percepibile dove c’è assenza di rumore. 

Ci esorta a distaccarci dalle molteplici distrazioni per convertirci maggiorente al Signore Gesù e per parlare con più competenza di Lui, perché dove «si tace la Croce di Cristo e la sequela di Cristo crocifisso, lì non c'è la verità di Cristo» (Alfred Bengsch) . 

Nelle celebrazioni liturgiche apre dei convenienti spazi di silenzio, per incrementare il raccoglimento, l’ascolto, la meditazione, la preghiera e l’adorazione. 

Permettiamo che Dio ci parli tramite le bellezze della natura, la Scrittura, i commenti dei maestri nella Fede e le preghiere liturgiche. Tenderemo più risoluti verso la beatitudine eterna, faremo del bene ai nostri fratelli e non danneggeremo nessuno. 

Nel giorno del giudizio finale trasparirà chiaramente come abbiamo impiegato il tempo, che Dio ci ha concesso (Mt 12,36).

Padre Felice Artuso