La Riconciliazione
Le celebrazioni penitenziali bibliche di Padre Felice Artuso
Ogni popolo pratica riti di purificazione e di rinnovamento interiore. Gli ebrei si riconoscono peccatori davanti a Dio. Ammettono di aver violato la sua volontà, interrompendo le buone relazioni che avevano con Lui e con il prossimo.
Gli chiedono perdono di averlo offeso e di aver danneggiato il prossimo. Si sottopongono a severi sacrifici per ripristinare la comunione con Dio e con i propri fratelli. Nei giorni penitenziali digiunano dal sorgere del sole al suo tramonto (Gdc 20,26), indossano un tessuto grezzo, si sdraiano sulla polvere, si cospargono di cenere , partecipano alle celebrazioni riparatrici e invocano il perdono di Dio .
Uno storico d’Israele attesta che su ordine del profeta Samuele i penitenti «si radunarono a Mizpa... digiunarono in quel giorno dicendo: “Abbiamo peccato contro il Signore”» (1 Sam 7,6); «Gridarono al Signore: abbiamo peccato, perché abbiamo abbandonato il Signore e abbiamo servito i Baal e le Astarti.
Ma ora liberaci dalle mani dei nostri nemici e serviremo a te» (1 Sam 12,10). Il profeta Gioele prescrive ai sacerdoti del tempio: «Cingete il cilicio e piangete, o sacerdoti, urlate, ministri dell’altare, venite, vegliate vestiti di sacco….
Proclamate un digiuno, convocate un’assemblea, adunate gli anziani e tutti gli abitanti della Regione nella casa del Signore vostro Dio, e gridate al Signore» (Gl 1,13-14).
Per impedire la catastrofe nazionale, l’autore del libro di Giuditta asserisce: «Con le mogli e i bambini, ogni ospite e mercenario, e i loro schiavi si cinsero di sacco i fianchi si prostrarono davanti al tempio e cosparsero il capo di cenere e, vestiti di sacco alzarono le mani al Signore» (Gdt 4,10-12).
Il cronista Neemia annota: «Si radunarono per un digiuno, vestiti di sacco e coperti di polvere si presentarono dinanzi a Dio e confessarono i loro peccati e l’iniquità dei loro padri» (Ne 9,1-3).
In ogni celebrazione penitenziale gli ebrei si battono il petto, riconoscono la loro ostinazione nel male e supplicano Dio, dicendogli: «Abbiamo peccato come i nostri padri, abbiamo fatto del male, siamo stati empi... Salvaci, Signore Dio nostro» (Sal 106,6.47). Misericordioso e pietoso, egli accoglie le loro invocazioni, perdona i peccati che hanno commesso e con gioia li riammette nella piena comunione. Segue
Padre Felice Artuso