giovedì 23 luglio 2009

477 di 2013 ; La Vita

Stefano Armellin con il pezzo 477 di 2013
 del Poema visivo del XXI secolo :
IL VOLTO DEL MONDO E LA CROCE 1993/2013




Titolo : La Vita " La vita privata, ciò che è semplicemente umano, è più importante, più grande più tragico di tutto ciò che è pubblico. Volevo dire con questo che, a ben guardare si arriva sempre alla conclusione che tutti gli avvenimenti cosiddetti importanti, storici, sono in realtà riconducibili a un certo momento o a più momenti nella vita privata dei loro autori.

Non si diventa gratuitamente cioè senza una ragione personale, anarchici o generali, socialisti o reazionari, e tutti i grandi fatti nobili o turpi che hanno in qualche modo cambiato il Mondo sono la conseguenza di un qualche evento del tutto insignificante che noi nemmeno sospettiamo". Roth

La Riconciliazione

Le celebrazioni penitenziali bibliche di Padre Felice Artuso

Ogni popolo pratica riti di purificazione e di rinnovamento interiore. Gli ebrei si riconoscono peccatori davanti a Dio. Ammettono di aver violato la sua volontà, interrompendo le buone relazioni che avevano con Lui e con il prossimo. 

Gli chiedono perdono di averlo offeso e di aver danneggiato il prossimo. Si sottopongono a severi sacrifici per ripristinare la comunione con Dio e con i propri fratelli. Nei giorni penitenziali digiunano dal sorgere del sole al suo tramonto (Gdc 20,26), indossano un tessuto grezzo, si sdraiano sulla polvere, si cospargono di cenere , partecipano alle celebrazioni riparatrici e invocano il perdono di Dio . 

Uno storico d’Israele attesta che su ordine del profeta Samuele i penitenti «si radunarono a Mizpa... digiunarono in quel giorno dicendo: “Abbiamo peccato contro il Signore”» (1 Sam 7,6); «Gridarono al Signore: abbiamo peccato, perché abbiamo abbandonato il Signore e abbiamo servito i Baal e le Astarti. 

Ma ora liberaci dalle mani dei nostri nemici e serviremo a te» (1 Sam 12,10). Il profeta Gioele prescrive ai sacerdoti del tempio: «Cingete il cilicio e piangete, o sacerdoti, urlate, ministri dell’altare, venite, vegliate vestiti di sacco…. 

Proclamate un digiuno, convocate un’assemblea, adunate gli anziani e tutti gli abitanti della Regione nella casa del Signore vostro Dio, e gridate al Signore» (Gl 1,13-14). 

Per impedire la catastrofe nazionale, l’autore del libro di Giuditta asserisce: «Con le mogli e i bambini, ogni ospite e mercenario, e i loro schiavi si cinsero di sacco i fianchi si prostrarono davanti al tempio e cosparsero il capo di cenere e, vestiti di sacco alzarono le mani al Signore» (Gdt 4,10-12). 

Il cronista Neemia annota: «Si radunarono per un digiuno, vestiti di sacco e coperti di polvere si presentarono dinanzi a Dio e confessarono i loro peccati e l’iniquità dei loro padri» (Ne 9,1-3). 

In ogni celebrazione penitenziale gli ebrei si battono il petto, riconoscono la loro ostinazione nel male e supplicano Dio, dicendogli: «Abbiamo peccato come i nostri padri, abbiamo fatto del male, siamo stati empi... Salvaci, Signore Dio nostro» (Sal 106,6.47). Misericordioso e pietoso, egli accoglie le loro invocazioni, perdona i peccati che hanno commesso e con gioia li riammette nella piena comunione. Segue

Padre Felice Artuso