venerdì 6 novembre 2009

585 di 2013; I Dieci Comandamenti

Stefano Armellin con il pezzo 585 di 2013
 del Poema visivo del XXI secolo :
IL VOLTO DEL MONDO E LA CROCE 1993/2013



Titolo : I Dieci Comandamenti : Il decalogo ebraico-cristiano Esodo, 20, 1-21 "Dio allora pronunciò tutte queste parole : Io sono il Signore, tuo Dio, che ti ho fatto uscire dal paese d'Egitto, dalla condizione di schiavitù : non avrai altri dèi di fronte a me. Non ti farai idolo nè immagine alcuna di ciò che è lassù nel cielo nè di ciò che è quaggiù sulla terra, nè di ciò che è nelle acque sotto la terra. Non ti prostrerai davanti a loro e non li servirai.
Perchè io, il Signore, sono il tuo Dio, un Dio geloso, che punisce la colpa dei padri nei figli fino alla terza e alla quarta generazione, per coloro che mi odiano, ma che dimostra il suo favore fino a mille generazioni, per quelli che mi amano e osservano i miei comandi.
Non pronuncerai invano il nome del Signore, tuo Dio, perchè il Signore non lascerà impunito chi pronuncia il suo nome invano.
Ricordati del giorno di sabato per santificarlo: sei giorni faticherai e farai ogni tuo lavoro; ma il settimo giorno è il sabato in onore del Signore, tuo Dio: tu non farai alcun lavoro, nè tu, nè tuo figlio, nè tua figlia, nè il tuo schiavo, nè la tua schiava, nè il tuo bestiame, nè il forestiero che dimora presso di te.
Perchè in sei giorni il Signore ha fatto il cielo e la terra e il mare e quanto è in essi, ma si è riposato il giorno settimo. Perciò il Signore ha benedetto il giorno di sabato e lo ha dichiarato sacro.
Onora tuo padre e tua madre, perchè si prolunghino i tuoi giorni nel paese che ti da il Signore, tuo Dio.
Non uccidere.
Non commettere adulterio.
Non rubare.
Non pronunciare falsa testimonianza contro il tuo prossimo.
Non desiderare la casa del tuo prossimo.
Non desiderare la moglie del tuo prossimo, nè il suo schiavo, nè la sua schiava, nè il suo bue, nè il suo asino, nè alcuna cosa che appartenga al tuo prossimo.
Tutto il popolo percepiva i tuoni e i lampi, il suono del corno e il monte fumante. Il popolo vide, fu preso da tremore e si tenne lontano.
Allora dissero a Mosè: Parla tu a noi e noi ti ascolteremo, ma non ci parli Dio, altrimenti moriremo!.
Mosè disse al popolo : Non abbiate timore: Dio è venuto per mettervi alla prova e perchè il suo timore vi sia sempre presente e non pecchiate.
Il popolo si tenne dunque lontano, mentre Mosè avanzò verso la nube oscura, nella quale era Dio".

L’odierna celebrazione della sacra Unzione b di Padre Felice Artuso

Più di qualsiasi infermo, gli inguaribili e gli anziani degenti hanno bisogno di una solerte assistenza, nonché di un adeguato trattamento terapeutico. 

Inoltre necessitano della sacra dell’Unzione, vera forza risanatrice. 

Conviene amministrarla a loro nel tempo opportuno e non attendere quando si avvicinano allo stato comatoso. Se essi ricevono l’Unzione ben preparati e con lucidità di mente, implorano con fiduciosa la grazia del Signore, attribuiscono un senso alla loro sofferenza e si avvicinano contenti all’ora della morte. 

Infatti, fissano i propri pensieri in Gesù, che si è spento, dando segni di amore assoluto. Si aprono a Lui, si abbandonano fiduciosi alla sua bontà, sperano di incontrarlo al più presto, essere ammessi da lui nella splendida visione di Dio e concludere il loro percorso di fede.
 
Santa Gianna Beretta Molla, sposa, madre, medico, affetta di tumore e desiderosa di percepire l’essenza beatificante di Dio, tre giorni prima di morire ha confidato ad una familiare: «Se tu sapessi quale conforto ricevo baciando un crocifisso. Se non ci fosse Gesù in certi momenti» . 

Don Giuseppe Dossetti, intellettuale, politico, presbitero, monaco e fondatore della Piccola Famiglia dell’Annuziata, aveva chiesto al Signore la grazia di contare con saggezza i suoi giorni, per prepararsi all’ingresso nella vita eterna . 

Sfinito dagli anni e dalla debolezza fisica, comprese che stava arrivando il momento della morte. Trascorse quindi le sue ultime settimane, mantenendo lo sguardo su un crocifisso, appeso ad una parete di fronte a lui, e attese l’incontro definitivo con il Signore . 

San Giovanni Paolo II, Papa dotto, poliglotta, intraprendente, autorevole e Santo, ebbe un legame costante con Gesù, paziente e glorioso. Nelle ultime ore della sua vita rifiutò l’accanimento terapeutico e nei momenti di lucidità fissò l’immagine dell’Ecce Homo, che pendeva sulla parete della sua stanza .
 
Tutti avvertono che la morte costituisce una personale, inevitabile e dolente lacerazione. Per il credente si tratta anche di un evento bello, perché permette l’accesso a Dio. 

San Giovanni Eudes compose quest’interessante preghiera, tuttora valida per chi confida di entrare nella beatificante contemplazione del Signore: «O Gesù, vi offro l’ultimo giorno, l’ultima ora, l’ultimo istante della mia vita…, i miei ultimi pensieri, parole, azioni e sofferenze… Fate che tutte queste cose siano consacrate all’onore dell’ultimo giorno, dell’ultima ora, dell’ultimo istante della vostra vita, e delle ultime cose che sono accadute in voi. 

Che io muoia nell’esercizio del vostro amore; che il mio essere e la mia vita siano sacrificati e consumati per la vostra gloria, e l’ultimo sospiro della mia vita sia un atto di puro amore verso di voi».

Padre Felice Artuso