mercoledì 28 aprile 2010

759 di 2013 ; Pompeiano

Stefano Armellin con il pezzo 759 di 2013
 del Poema visivo del XXI secolo :
IL VOLTO DEL MONDO E LA CROCE 1993/2013




Titolo : Pompeiano : "Dieci uomini che agiscono insieme possono farne tremare centomila disuniti". Mirabeau

"La perdita di autorità dei poteri costituiti, che in pratica precede tutte le rivoluzioni, non è proprio un segreto per nessuno...ma i suoi sintomi, il malcontento generale, il malessere diffuso, il disprezzo per i detentori del potere, sono difficili da identificare perchè il loro significato non è mai inequivocabile...

Ciò che oggi noi chiamiamo democrazia è una forma di governo in cui i pochi comandano, o almeno lo si suppone, nell'interesse dei molti...ma può essere chiamato oligarchico nel senso che la felicità pubblica e la libertà pubblica diventano ancora una volta privilegio dei pochi...

Quanto più sono evidenti i difetti del sistema partitico, tanto più facile sarà per un movimento non solo appellarsi al popolo e organizzarlo, ma trasformarlo in massa.

Le qualità dello statista e dell'uomo politico e le qualità del direttore o amministratore di un'azienda non solo non sono le stesse, ma per di più assai raramente si trovano nello stesso individuo.

Il rapporto fra un'élite dominante e i cittadini, ossia fra i pochi che fra loro costituiscono uno spazio pubblico e i molti che passano la vita al di fuori di quello spazio e nell'oscurità, è rimasto inalterato...il guaio...è che la politica è diventata una professione e una carriera, e che quindi l'élite viene scelta in base a norme e criteri che sono in se stessi profondamente impolitici...

La gestione dei mezzi economici diventano cruciali su quasi tutti i terreni della politica globale di ciascuno Stato e nazione". H.D.

"I peggiori killer dell'umanità nella nostra storia recente (vaiolo, influenza, tubercolosi, malaria, peste, morbillo e colera) sono sette malattie evolutesi a partire da infezioni degli animali...

Nelle guerre fino alla seconda mondiale, le epidemie facevano molte più vittime delle armi...

Visto lo stretto contatto che abbiamo con gli animali a noi cari, dobbiamo subire un bombardamento costante dei loro microbi". J.D.

I martiri ebrei b di Padre Felice Artuso
Nabucodonosor, imperatore babilonese, ha una formazione e un’inclinazione idolatra. Intollerante dei bisogni profondi delle persone, disapprova i giovani ebrei, che rifiutano di adorare le divinità locali. Li punisce con severità, ordinando che essi siano gettati in una fornace ardente (Dn 3,22ss). 

Antioco IV Epifane, discendente di Alessandro Magno, dittatore superbo e inflessibile, si pareggia a un potente dio (Dn 11,36) e incrementa il processo di ellenizzazione dei popoli sottomessi. Per ottenere i suoi ambiziosi obiettivi, assegna la carica di sommo sacerdote agli aristocratici giudei; impone di bruciare i loro libri sacri, di saccheggiare il tempio di Gerusalemme, di erigervi una statua a Giove Olimpio e di offrire le vittime a questo idolo. Obbliga inoltre i giudei a omettere la circoncisione, a osservare il riposo sabbatico, a mangiare carne suina, a parlare il greco e a condividere i costumi dei conquistatori (2 Macc, cc, 5; 6; 7).
 
Per adeguarsi al nuovo corso culturale, che incrementa la bellezza dei giochi, dello sport, del teatro e della cura del corpo, molti sadducei relativizzano l’alleanza con Dio, abbandonano le loro tradizioni religiose e diventano apostati. 

L’emerito sommo sacerdote Mattatia, appartenente alla stirpe di Ioarib (1 Cr 24,7), eleva una dura protesta contro l’imperatore e gli apostati. Intrepido difensore della Fede, delle feste, della Legge divina e della morale giudaica, inizia la lotta armata, che si protrae dal 175 al 134 avanti Cristo (1 Macc 2,22ss). 

Giuda il Maccabeo (da “maccaba” martellatore), prosegue la rivolta partigiana di Mattatia e abbatte gli altari idolatri. Antioco Epifane reagisce, scatenando una crudele repressione contro gli insubordinati reazionari. Comanda di bruciarli o di ucciderli con la spada (2 Mac 6,11). 

Eleazzaro, capo degli zeloti è la più celebre vittima. Catturato e processato, non cede ai ricatti degli avversari. Si mantiene fedele a Dio fino all’altissimo sacrificio della morte. 

I sette giovani maccabei, figli di Mattatia, conoscono la stessa sorte di Eleazzaro. Incoraggiati dalla loro fervente madre, affrontano le torture e la morte. Lasciano al popolo d’Israele una lezione di grande fedeltà alla Legge di Dio. Offrono anche agli uomini una testimonianza credibile sul valore dell’espiazione dei peccati, sulla chiamata alla vita eterna e sul nuovo insegnamento, concernente la beata risurrezione dei giusti (1 Mac 2,49-61; 2 Mac 6,18-31; 7,1-42). 

Un salmista ricorda così l’atroce e quotidiano martirio di tanti fratelli: «Per te, ( o Signore) ogni giorno siamo messi a morte, stimati come pecore da macello» (Sal 44,23). Segue

Padre Felice Artuso