giovedì 20 gennaio 2011

1026 di 2013 ; Francesco Petrarca

Stefano Armellin con il pezzo 1026 di 2013 
del Poema visivo del XXI secolo :
IL VOLTO DEL MONDO E LA CROCE 1993/2013





Titolo : Francesco Petrarca 

"Sono rare le persone davvero gloriose; e il popolino anonimo e invidioso le odia, per legge di contrasto.

Raramente gli uomini sono quello che sembrano.

Basterebbe che gli uomini s'ingegnassero anche meno, per salvarsi, di quanto s'ingegnano per andare in malora. Si paga quasi di più una perenne agitazione e un perenne affaticamento dello spirito, di quel che potrebbe costare la pace e la tranquillità.

Tra le speranze, i desideri dei mortali e i loro tentativi c'è tal contrasto, che ogni individuo sembra avere non un cuore solo ma parecchi, e in disaccordo su tutto.

Appena avete raggiunto quel che sperate, di nuovo lanciate la speranza verso cose lontane, e poi di nuovo su altre ancora ". Francesco Petrarca (1304 1374)

"El Greco. Quando arriva a Toledo, la città in cui maturerà e svilupperà la propria ricerca pittorica, vi arriva da artista che ha attraversato due civiltà, e la cui cultura é più ricca di quella di qualunque pittore greco o italiano; 

In Spagna egli trova l'ambiente ideale per dare sfogo all'urgenza di rappresentare una condizione di misticismo, di visione assoluta delle cose che non necessita di alcun riferimento precedente, giacché si nutre soltanto, e si brucia, dentro la propria coscienza.

L'Entierro del conde d'Orgaz. La sepoltura del conte Orgaz é la realtà della visione, é la possibilità di vedere con gli occhi del corpo anziché con quelli dell'anima ciò che accade in un'altra parte dell'esistenza, che é quella del Mondo celeste.

Artisti come Pontormo, come Parmigianino, come Rosso Fiorentino, pur probabilmente non conosciuti direttamente, o comunque non particolarmente frequentati da El Greco, avevano per primi inteso come il campo d'azione della pittura non fosse necessariamente la realtà bensì l'interiorità, la soggettività.

E con El Greco questa intuizione diventa codice di linguaggio pittorico : la pittura deve rappresentare ciò che non si vede;

A noi é dato di vedere ciò che l'occhio deformato di El Greco vede per noi sprofondandoci in una contemplazione che é puramente spirituale...

Essendo il corpo veicolo dell'anima, la pittura rappresenta una condizione spirituale rispetto a quella forma che sì, é l'obiettivo dell'artista ma che altro non é che spirito oggettivato.

La pittura deve essere come una preghiera, deve essere un'esperienza mistica come quella di San Giovanni della Croce, deve essere un'immersione nel buio per ricavarne un'illuminazione.

E proprio il principio della illuminazione, e cioé la sensazione che la pittura debba servire alla Fede, é ciò che attribuisce all'opera di El Greco quel valore spirituale che rende tanto affascinante e attraente la sua personalità". Vittorio Sgarbi