domenica 3 aprile 2011

1100 di 2013 ; Giobbe malato

Stefano Armellin con il pezzo 1100 di 2013
 del Poema visivo del XXI secolo :
IL VOLTO DEL MONDO E LA CROCE 1993/2013




Titolo : Giobbe malato

(2406) "Né paesi piccoli, e fra gli uomini e le società di piccolo spirito, si apprende assai più della natura umana, e sì del carattere generale, sì de' caratteri accidentali degli uomini, di quello che si possa fare nelle grandi città, e nella perfetta conversazione.

(2415) Non solo non bisogna vantarsi delle proprie sciagure, ma guardarsi dal confessarle, e ciòe a quelli cui sono notissime. Se ne perde, non solo la protezione, o l'amore efficace, ma eziandio la semplice affezione...

(2429) La fama di ciascheduno in qualsivoglia genere, o propiamente o almeno metaforicamente parlando, é sempre incominciata dalla bocca propria. Se tu fai nel cospetto di quanta gente tu vuoi, un'azione o una produzione ecc. la più degna e la più lodevole che si possa immaginare t'inganni a partito se credi che quell'azione ecc. essendo manifestissima, e manifestissimamente lodevolissima, gli altri debbono aprir la bocca spontaneamente, e cominciare essi a dir bene di te.

Guardano, e tacciono eternamente se tu non rompi il silenzio, e se non hai l'arte o il coraggio d'essere il primo a far questo. Ciò massimamente in questi tempi di perfezionato egoismo. Chi vuol vivere, si scordi della modestia. (7 maggio 1822)...il cedere volontariamente cioé per mancanza di sufficiente egoismo in questo sistema di pressione generale, é ridicolo e da sciocco, e da inesperto o irriflessivo. (2441)

(2481) N.N. diceva che gli ossequi ecc. e i servigi interessati rare volte conseguiscono l'intento loro, perché gli uomini sono facili a ricevere e difficili a rendere. (Tutti ricevono volentieri, e rendono mal volentieri e poco)...

Quel che si dice, ed é verissimo che gli uomini per lo più si lasciano governare dai NOMI, da che altro viene se non da questo che le idee e i NOMI sono così strettamente legati nell'animo nostro, che fanno un tutt'uno e mutato il nome si muta decisamente l'idea, benché il nuovo nome significhi la stessa cosa ? ". Giacomo Leopardi dallo Zibaldone di pensieri

LA TRAVERSATA DELLE ALPI di Stefano Armellin

Da San Martin de Vesubie alle Tre Cime di Lavaredo, percorso svolto dal 30 giugno al 12 agosto 1991 in 44 giorni di solitario cammino .

1. 30 giugno 1991  : San Martin de Vesubie località Boréon (m slm. 1600) ; Col della Rovina (m slm 2700) ; Rif. genova ( m slm 2000)

Parto con mio fratello Giovanni e la mia fidanzata Eliana, raggiungo il luogo dove gli amici Alessandro Piccinino e Marco Vianello sono morti. Dove loro hanno finito la loro via, inizio a tracciare la mia linea attraverso le Alpi.

Voglio capire questo spazio che mi separa dalle Tre Cime. Non m'interessa l'alpinismo e anche l'arte mi stringe il cervello, come la cornice soffoca la tela.

Cerco qualcosa di vasto, e dopo un paio di ore mi perdo, sono solo a 2500 metri di altitudine ed entro nella disperazione più nera, al punto di pensare seriamente a rinunciare.

Resisto perché ho vissuto situazioni peggiori lavorando a THE OPERA il mio Capolavoro artistico.

Trovo la strada che mi porta al Passo della Rovina dove rischio di precipitare. Sono costretto a usare picozza e ramponi per uscire da un canalino assai breve di neve ghiacciata. Mi sento un cretino che gioca a fare l'alpinista. Lo zaino é sui venti chili. Troppi.

Sono a metri 2700 e si fa sera. In fondo alla valle dei miei problemi alpini il Rifugio Genova che raggiungo quasi di corsa. Rizzo la tenda sotto una pietra e vado a telefonare a Eliana per calmarmi, ma senza raccontarle quanto ho inutilmente rischiato.

Lo spirito vagante dei miei amici cercava compagnia, ma per me non era il momento di fermare la vita in quel luogo.

Devo portare avanti il più possibile THE OPERA prima di morire o vivere al di là di questo Mondo.

Stefano Armellin

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