"Quella dell'informazione é oggi una delle più pericolose strutture di peccato...
Per paradossale che sembri, l'attuale sistema informativo é uno dei grandi ostacoli alla marcia dei popoli verso la libertà.
E' questo il peccato strutturale contro cui é giusto mobilitarci". Padre Ernesto Balducci
La vita consacrata secondo il Concilio Vaticano II e i recenti documenti ecclesiali 1,
di Padre Felice Artuso
Nessun Concilio ecumenico ha elaborato un’articolata definizione della vita consacrata e l’ha corretta da quelle concezioni, che risultavano imprecise e ambigue.
Solo il Concilio Vaticano II cerca di descriverne l’essenza e purificarla dalle diverse inesattezze.
Asserisce che essa è una consapevole qualificazione e sviluppo della grazia, scaturita dall'iniziazione battesimale. «Ha le sue profonde radici nella consacrazione battesimale e ne è un’espressione perfetta» (PC 5).
Inserisce i religiosi professi nel mistero Trinitario, nell’universale chiamata alla santità e nel cammino di Fede di ogni cristiano.
Attribuisce alla loro speciale vocazione uno statuto teologico, basato su Dio Padre, che chiama quelli che ha scelto.
Chiede a loro di seguire Gesù sull’ardua via del Calvario e dargli una gioiosa.
Se essi corrispondono alla chiamata del Padre celeste, rinunciano ai privilegi mondani e, spinti dalla forza dello Spirito Santo, intrecciano con Gesù Cristo un’inscindibile comunione d’amore.
Ascoltano la Sua Parola, lo toccano, lo contemplano, lo pregano e lo seguono come unico valore, vanto e speranza.
Riproducono in se stessi la sua forma di vita casta, povera e obbediente (PC 1).
Praticano i suoi consigli evangelici come regola suprema (PC 2), contribuiscono a «radicare e consolidare negli uomini il Regno di Cristo e a dilatarlo in ogni parte della terra» (LG 43).
Sono così un dono insigne a tutta la Chiesa, perché rappresentano una componente del popolo in cammino verso la risurrezione finale e la Gerusalemme celeste.
Evocano in modo eminente i beni, che Dio ha promesso ai suoi servi fedeli e preannunziano l’ingresso nella gloria eterna (LG 42, 44; PC 5). Segue
Padre Felice Artuso