In questa fase di transizione e sperimentazione non mancano gli aspetti negativi, relativi al crollo di un Mondo che garantiva la tranquillità, la stabilità e l’ordine esteriore.
Gli entusiasti innovatori non prendono sul serio le norme del cambiamento.
Idealizzano diversi tipi di comunità, corrispondenti alle loro possibilità e attitudini.
Assumono gli aspetti competitivi della società odierna e suscitano un grande imbarazzo nelle comunità, mentre i nostalgici difensori delle vecchie tradizioni respingono fermamente gli orientamenti del Concilio Ecumenico Vaticano II.
Entrati in crisi d’identità, non si raccapezzano più di fronte ai repentini cambiamenti.
Non trovano più l’appoggio nei valori tradizionali, che hanno garantito a loro una certa stabilità e una sicurezza psicologica.
Disapprovano rabbiosamente ogni adeguamento alle esigenze della nostra epoca. Impazienti, detestano i segni di disordine, di caos, di provvisorietà e di insuccesso.
Criticano coloro che si dissociano dalle loro rigidezze strutturali e ideologiche. Auspicano quindi un ritorno agli alti sistemi tradizionali dell’osservanza, ma poco realizzabili ai nostri giorni. Segue
Padre Felice Artuso