Stefano Armellin con il pezzo 1233 di 2013
del Poema visivo del XXI secolo : IL VOLTO DEL MONDO E LA CROCE 1993/2013
Titolo : Pesce volante
"GIOVANNI...
Dio non ha mandato suo figlio nel Mondo per condannare il Mondo, ma perché il Mondo sia per mezzo di Lui salvato (Vangelo di Giovanni 3,17)
Gesù é -il Salvatore del Mondo- (Giovanni 4,42; 12,47; 2 Cor 5,19). Ma quando avrà salvato il Mondo, il Mondo si rallegrerà della pena dei suoi discepoli (Giovanni 16,20).
Ma Gesù si rifiuta di pregare per il Mondo (Giovanni 17,9), e strappa i suoi fedeli -a questo malvagio mondo attuale- (Gal 1,4) destinato a perire nel fuoco (2 Pt 3,7).
A che cosa può servire il miserabile -distinguo- che scopre una doppia accezione di -Mondo- : da una parte l'-universo-, la -terra-, l'-umanità-,
e dall'altra -l'insieme degli uomini che si rifiutano a Dio, e perseguitano e odiano il Messia e i suoi discepoli ?
( La tradizione conosce sì due accezioni di -Mondo-, ma in un senso tutto diverso : questo -malvagio Mondo attuale-, Gal 1,4; Mc 10,30, e il Mondo rigenerato, Mt 20,28).
E' detto chiaramente che Gesù é venuto per salvare il Mondo, eppure il Mondo -lo stesso -Mondo- subirà invece la condanna.
-Dio non ha mandato suo figlio nel Mondo per condannare il Mondo- (Giovanni 3,17; 12,47), eppure : -é per un Giudizio che sono venuto in questo Mondo- (Giovanni 9,39).
E' tragico appunto, che a designare i non credenti, i non salvati, sia impiegato il termine -Mondo- che esprime la totalità (Giovanni 1,10), che -contro la volontà di Dio (Giovanni 3,17) - a salvarsi sia appena un piccolo resto".
Sergio Quinzio, Op.Cit. 553-554
San Martino di Tours (316-397)
Padre Felice Artuso
Martino, diminutivo di Marte, il dio della guerra, nasce a Sabaria (oggi Szombathely) località romana della Pannonia, Ungheria.
È figlio di un ufficiale dell’esercito romano, elevato al grado di tribuno.
Studia a Pavia e s’iscrive ai corsi catecumenali, per conoscere Gesù e il suo Vangelo. Compiuti i quattordici anni, si arruola nell’esercito imperiale, per assecondare la volontà di suo padre. Nel frattempo approfondisce l’insegnamento evangelico.
Ne è molto entusiasta e cerca di praticarlo. Trasferitosi in Francia, nelle vicinanze di Amiens incontra un povero infreddolito. Non avendo una moneta da donargli, taglia la sua clamide e gliene consegna una metà.
Trascorsi due anni dall’iniziazione cristiana, abbandona la carriera militare, per dedicarsi alla contemplazione, progredire nella conoscenza dei misteri della nostra fede e consacrare tutta la sua vita a Gesù.
Ormai ventenne si associa al vescovo Ilario di Poitiers e condivide con lui una forma di vita monastica.
Si reca poi in Pannonia, per rivedere i suoi genitori. Intrattenendosi con loro, convince sua madre a interrompere le costumanze pagane e ad abbracciare la Fede cattolica.
Ritornato in Italia, si ferma a Milano, ma vi rimane poco tempo. Perseguitato da Assenzio, vescovo filoariano, sceglie di lasciare la città e di andare nell’isola di Gallinara, al largo della costiera ligure di fronte ad Albenga, dove intreccia un’amicizia con un presbitero, che lo introduce nell’esperienza eremitica.
Si sposta quindi nella campagna di Ligugé, periferia della città di Poitiers. Qui apre il primo monastero d’Europa con l’autorizzazione e l’aiuto del presule Ilario.
Ai suoi seguaci, chiede di contemplare le meraviglie di Dio, di uniformarsi all’insegnamento di Gesù e di rifletterne le virtù. Per accogliere le numerose vocazioni, fonda altri monasteri maschili e femminili. Segue
Padre Felice Artuso
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