Stefano Armellin con il pezzo 1333 di 2013
del Poema visivo del XXI secolo : IL VOLTO DEL MONDO E LA CROCE 1993-2013
Titolo : ECCLESIASTE
"E il Dio che nei tempi lontani ha compiuto meraviglie per il suo Popolo, che ha spalancato il mare per far entrare Israele nella Terra di benedizione (Sal 105)?
"Non dire: perché i giorni antichi erano migliori di questi ? In realtà non é una domanda intelligente" (Ecclesiaste 7,10)
La domanda non ha né risposta né legittimità. E la vecchiaia, la sazietà di giorni che é la benedizione promessa da Dio (Dt 5,16; 5,33; 11,9; 11,21; 22,7)?
Ebbene, la vecchiaia é soltanto miserabile debolezza, spaventosa vigilia della morte, impotente rimpianto della giovinezza (Ecclesiaste 12, 1-7)". Op. Cit.
"Quasi tutto ciò che distingue il Mondo moderno dai secoli precedenti é da attribuirsi alla scienza, che raggiunge i suoi spettacolosi successi nel XVII secolo : Copernico (1473-1543); Keplero (1571-1630); Galileo (1564-1642); Newton (1642-1727).
L'aspetto importante del protestantesimo fu lo scisma, non l'eresia, perché lo scisma dette origine alle Chiese nazionali, e le Chiese nazionali non erano abbastanza forti da controllare il governo laico.
Questo fu un nettissimo vantaggio perché ovunque le Chiese si opposero, fin quando fu loro praticamente possibile, a tutte le innovazioni che potevano portare ad un aumento della felicità e della cultura sulla terra.
Galileo nacque circa nello stesso momento in cui Michelangelo moriva, e morì nell'anno in cui nacque Newton.
L'Inquisizione riuscì a por fine alla scienza in Italia, dove questa non rifiorì più per secoli; ma non riuscì ad evitare che gli uomini di scienza adottassero la teoria eliocentrica, e con la sua ottusità recò un considerevole danno alla Chiesa". Bertrand Russell
"Che cosa si aspetta dall'Opera d'arte ? - Che mi costringa a ripensare il mio modo d'essere nel Mondo, non é poco. Che dia senso alla mia vita. E' una frase retorica ma vuol dire fornire degli stimoli sostanziali di raggiustamento della visione del Mondo. Devo dire che é un'esperienza che mi accade di rado oramai". Vattimo
San Simeone il Vecchio (389-459) a
Padre Felice Artuso
Simeone, detto stilita, nasce nel villaggio di Sis, località agreste sui confini della Cilicia e della Siria, oggi abitata da persone con differenti culture e convinzioni religiose.
Essendo un povero pastore, gli manca una formazione intellettuale.
Battezzato fin dall’infanzia, trascorre la fanciullezza, pascolando il gregge di suo padre.
Una grande nevicata invernale lo costringe a ripararsi dal gelo. Entra in una chiesa, dove ode la lettura evangelica delle beatitudini. Intuisce che il Signore lo chiama a ritirarsi in un monastero, per incrementare la comunione con Dio, praticare il rigoroso ascetismo dei monaci, irrefrenabili negli esercizi di mortificazione.
Decide subito di distaccarsi dalle lusinghe mondane e dal pericoloso contagio dei beni materiali.
Donata l’eredità paterna ai poveri, entra nel monastero di Teleda, dove inizia una vita austera con l’intento di cooperare all’opera della salvezza umana.
Per dieci anni s’impone penitenze di estremo rigore:
porta il cilicio, digiuna per tutta la Quaresima, si nasconde in una cisterna prosciugata e si dedica alla preghiera ripetitiva.
Le sue eccessive mortificazioni corporali suscitano nel monastero valutazioni discordi.
Alcuni ammirano la sua quotidiana penitenza e tentano di imitarlo.
Tuttavia sperimentano l’impossibilità di seguire il suo esempio.
Altri ritengono che sia un fanatico eccentrico, che ostacola l’intesa comunitaria.
Per conservare l’armonia interna, l’abate impone a Simeone di moderarsi nelle penitenze, ma egli non si arrende.
Costatando la sua ostinatezza, fautrice di tensioni, adotta una strategia radicale: ordina ai monaci di prenderlo, di estrarlo dalla cisterna e di espellerlo dal monastero.
Escluso dalla comunità, Simeone studia un tipo di consacrazione al Signore, che gli permetta di adempiere la sua missione, Segue
Padre Felice Artuso
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