lunedì 28 novembre 2011

1340 di 2013 ; Buona fama

Stefano Armellin con il pezzo 1340 di 2013 
del Poema visivo del XXI secolo :
IL VOLTO DEL MONDO E LA CROCE 1993/2013




Titolo : Un buon nome val più di grandi ricchezze e la benevolenza altrui più dell'argento e dell'oro. Proverbi 22,1
"ECCLESIASTE...

L'unico bene che ha l'uomo sotto il sole é mangiare, bere, godere (Ecclesiaste 8,15); ma é meglio andare in una casa dove si piange che in una casa dove si banchetta...

E' meglio il dolore che il riso (Ecclesiaste 7, 2-3). La donna é più amara della morte (Ecclesiaste 7,26; 7,28) ma passa la tua vita con la donna che ami (Ecclesiaste 9,9).

"Ci vuole un leader o un gruppo che abbia credibilità personale, onestà e capacità che parta con ideali sicuri, con un'etica su cui fondare la politica, con un programma coraggioso, aperto e non conservatore. E allora voi vedreste decine di migliaia di giovani votare per questo nuovo soggetto politico.

Bastano cento persone oneste e capaci convinte che nell'ispirazione cristiana c'è un'energia rivoluzionaria, perché il Paese rinasca. 

Non per fare la DC-bis, ma per ripensare l'intuizione sturziana in un complesso pluralistico, laico, come quello della società italiana. Ma occorre far presto perché i tempi della crisi galoppano e quelli del rinnovamento ristagnano". Sorge 1993

"...Di solito, chi per primo elabora una nuova idea é tanto al di fuori della sua epoca, che tutti lo prendono per uno stupido, per cui rimane ignorato e viene presto dimenticato. 

Poi, col tempo, il Mondo si prepara a quell'idea, e chi la proclama al momento giusto si guadagna tutto il credito. 

Così fu per esempio per Darwin; il povero Lord Monboddo era stato oggetto di scherno". Op.Cit.


San Simeone il Vecchio (389-459) b
di Padre Felice Artuso
Solo e senza appoggi esterni, Simeone decide di trasferirsi a Telanissos, località a nordest di Antiochia. 

Per tre anni resta in una piccola casa, dedicandosi alla preghiera e alla mortificazione. 

Per avvicinarsi di più a Dio, pienezza di verità e di vita, ascende poi sul monte, detto Qaalat Seman. 

Qui entra in un recinto e si lega un piede con una catena di ferro, attaccata a una roccia. 

Pensava di rimanervi indisturbato, ma è importunato dai curiosi e dai devoti. 

Chiede pertanto a un fabbro di svincolarlo dalla catena e abbandona il recinto.
 
A questo punto sceglie di inaugurare un tipo di vita eremitica bizzarra, che avrà pochissimi seguaci.

I fachiri indiani costumavano ascendere sulla sommità di un palo e dimoravi alquanto. Simeone sale sulla piattaforma di una colonna. Essendo troppo bassa, la eleva tre o quattro volte, portandola gradualmente all’altezza di circa 16 metri. 

Sulla sua cima erige una capanna e la copre con pelli di capra, per ripararsi dai raggi solari e dagli sbalzi termici. 

Vi resta pressoché immobile per trentasette anni.
 
Distaccato dalle vicende terrene, tiene protese le braccia verso il cielo. Contempla la bellezza di Dio e ne sperimenta l’amorosa presenza. Si apre anche alla gente, che ammira la sua penitenza, dialoga con lui e si affida alla sua intercessione presso Dio. 

Due volte per giorno interrompe la preghiera e ascolta specialmente i pellegrini, che si appostano attorno alla colonna. Spinto dalla compassione, risponde alle loro domande e li istruisce sugli aspetti del Vangelo, che non hanno ancora compreso. 

Offre ai pellegrini ammaestramenti e consigli spirituali sulla verità, che ha percepito nei quotidiani contatti con Dio. 

Converte parecchi al Signore e diffonde un’opinione positiva sul suo stile di vita. 

Informati su quello che egli va compiendo, anche i governatori romani lo consultano e gli domandano di pregare per loro. 

Vedendolo piagato e spesso con le braccia alzate, i cristiani lo associamo a Gesù, che soffrì la terribile tortura della flagellazione e della crocifissione. Segue

Padre Felice Artuso