domenica 11 dicembre 2011

1353 di 2013 ; Satana perché mi tenti

Stefano Armellin con il pezzo 1353 di 2013
 del Poema visivo del XXI secolo :
IL VOLTO DEL MONDO E LA CROCE 1993/2013




Titolo : Satana perchè mi tenti 

"Quello che si deve salvaguardare tuttavia é l'atmosfera soprattutto la dimensione della dolcezza e della speranza. 

Se, da parte cattolica ci fosse qualche autore, qualche regista in grado di far riscoprire il testo del Vangelo al di là  di quella che é ormai per molti una conoscenza senza emozioni, spenta dall'abitudine, sarebbe un bene.

E' tragico che oggi ci sia una domanda religiosa ma non una risposta. 

Ricordo una frase di San Vincenzo de Paoli che esortava a chieder perdono a coloro ai quali si dà qualcosa. Perché se dai qualcosa tu affermi la tua superiorità. Noi cattolici tendiamo a possedere la verità come un dato matematico". Quinzio

"A Roma ci sono migliaia di miliardi immobilizzati nelle banche per mancanza di progetti credibili. Vogliamo restituire fiducia agli imprenditori...
Non si tratta di fare conferenze stampa ma di far partire le opere...". Rutelli 1993

"E' proprio attraverso il pensiero di San Francesco, la cui vita intera fu -poesia perfetta in azione- che si può capire quale posto potrebbe oggi avere nel pensiero cristiano la bellezza nel Mondo...

Quando un essere umano é in qualche misura necessario, non può esservi con lui amicizia - Là dove c'é necessità stanno costrizione e dominio-...Simone Weil frequentava i tribunali e trovava che, -a causa dell'assenza di Cristo la mendicità in senso lato e la casa penale sono forse le cose più orrende che esistano sulla terra, due cose quasi infernali-.

Vi aggiungeva la prostituzione -che sta al vero matrimonio come l'elemosina e il castigo senza carità all'elemosina e al castigo di giustizia-

...La speculazione -ha corrotto indirettamente fin i contadini-

...E' così facile corrompere e corrompersi -vendersi l'anima per l'amicizia...-.

Simone Weil si domanda come fare affinché l'uomo invece di trasformare - la decomposizione delle sintesi organiche- in energia animale meccanica, potesse trasformarla in energia irradiante. Francesco ha avuto ed espresso questo genere di energia, sorgente di forza, di -non violenza efficace-.

Più si é puri, più si percepisce, e più ci si libera dall'illusione. 

La purezza equivale alla libertà, alla capacità d'accoglienza, alla luce che consuma la gravità...

La purezza é un equilibrio superiore, grazie al quale l'assoluto s'incarna nel contingente, il divino nell'umano : abbiamo il miracolo della santità". Simone Weil

San Cesario di Arles (470-543) b
Padre Felice Artuso

Nella periferia di Arles Cesario fonda il monastero femminile di San Giovanni. Affida alle monache la specifica missione di richiamare i cristiani all’impegno supremo della preghiera, dell’apostolato e del lavoro. Distrutto da un’irruzione nemica, ricostruisce il monastero all’interno della città, vicino a una chiesa dedicata alla Madonna.

Egli è il primo autore a redigere una Regola per le monache e vi conferisce questo titolo ‘Statuta sanctarum virginum’ (Statuti delle sante vergini). 

Scrive la Regola, servendosi dell’insegnamento di sant’Agostino, di san Cassiano, di san Macario e dell’esperienza monastica personale. 

Nel suo componimento indica alle monache gli atteggiamenti comunitari da assumere per seguire il Signore e darne testimonianza nell’attesa di passare alla beatitudine eterna. 

Assicura la loro permanenza in un monastero, disponendo che nella professione religiosa emettano il voto di perpetua stabilità. Negli anni successivi dà degli orientamenti disciplinari a sua sorella Cesaria, superiora del monastero. Rinnova, aggiorna e perfeziona la Regola originaria, nella quale considera la vita monastica come una lotta contro le chiusure mentali e un’apertura al Signore, che conduce nella patria celeste.
 
Attenendosi alla consuetudine giudaica, i primi cristiani memorizzavano tutto il Salterio e lo recitavano secondo le loro possibilità. Tra le diverse norme di convivenza cultuale Cesario ordina alle monache di imparare a leggere, per memorizzare il Sami e salmodiare durante la giornata come anche per meditare la Parola di Dio, concentrandosi maggiormente sull’insegnamento e sull’opera di Gesù Cristo. 

Esige che a turno compiano i lavori domestici e si dedichino sia alla filatura sia alla tessitura. 

Ripete più volte che evitino l’ostentazione e il protagonismo. 

Auspica che confezionino degli abiti semplici, modesti e bianchi, simbolo dell’innocenza e della vita celeste (Ap 6,11). 

Proibisce le penitenze e i digiuni nei giorni domenicali e festivi. Dispone che nel loro monastero si ornino solo le immagini di Gesù crocifisso. Raccomanda a loro che si comportino come le vergini della parabola evangelica, che attendono l’arrivo dello sposo, prendono contatto con lui ed entrano nella sala nuziale (Mt 25,1-12). Segue

Padre Felice Artuso