Stefano Armellin con il pezzo 1364 di 2013
del Poema visivo del XXI secolo : IL VOLTO DEL MONDO E LA CROCE 1993/2013
Titolo : Soldato di Cristo
" BORROMINI
Non soltanto spezza la relazione tradizionale tra forma e spazio, ma stabilisce tra questi due valori una contraddizione così netta, che i teorici neo-classici vedranno, e a ragione, nella sua architettura un rovesciamento sistematico di tutte le funzioni costruttive tradizionali.
Non soltanto: negando ogni rapporto, sia pure per tramite d'allegorismo, tra forme architettoniche e natura, il Borromini attribuisce alle sue forme un senso simbolico, le impegna ad esprimere idee o concetti ormai privi di qualsiasi rapporto con il concetto di natura o di spazio.
Bisogna riconoscere che alla maggior parte degli artisti manca oggi la preparazione necessaria per fare progetti invece che bozzetti; e che in tutte le scuole artistiche almeno da noi s'insegna nel migliore dei casi a fare bozzetti e non progetti...
Fare dello stile dell'arte uno stile di vita, lo stile stesso della civiltà, e restituire all'arte il suo ruolo di grande forza direttiva della società. (1955)
Il suo scopo é infatti di valersi della comunicazione di massa che si attua attraverso il ciclo economico di produzione e consumo per adempiere al suo fine specifico che é dichiaratamente, l'educazione estetica a tutti i livelli sociali...
La tecnica dell'arte dunque, implica la critica della tecnica della produzione: l'accusa di paralizzare l'impulso individuale e dunque di tendere a un fine che non é l'animata dialettica interna di una collettività organizzata, ma la passività inerte della massa.
Ma poiché un'arte può ancora farsi, benché entro un campo assai limitato, é segno che il processo di distruzione della creatività non é ancora compiuto e che l'uomo, anche se posto in una situazione d'angoscia e quasi d'impotenza può ancora tentare il riscatto. (1962)
Una statua greca, un dipinto di Raffaello esistono anche senza spettatori o dallo spettatore esigono il distacco da sé, l'oblio di ogni pratico interesse, l'ammirazione, quella statua e quel dipinto sono infatti stati creati per essere perfetti, e quindi compiuti, conclusi.
Una pittura di Picasso o di Mondrian o di Pollock non esiste senza lo spettatore, ha bisogno di prodursi e di incidere in una flagrante condizione umana, d'inserirsi in uno stato di tensione e non di rilassata contemplazione; e allo spettatore, ch'é piuttosto un attore, non chiede di ammirare ma di partecipare.
Il primo fattore comune tra architettura e pittura e scultura moderne siamo dunque noi :
noi come esseri storicamente, psicologicamente, fisicamente determinati;
noi con i nostri problemi, i nostri interessi, i nostri dispiaceri, i nostri sentimenti, i nostri impulsi di azione;
noi come agenti dell'opera d'arte, noi, se si vuole, come artisti creatori, perché l'arte moderna ha questo ultimo generoso e forse utopistico assunto, di fare di ogni uomo, nella dimensione estesa o esigua della propria esistenza, un artista creatore.
Un Mondo la cui etica non si regge più sui pilastri incrollabili del bene e del male non può avere alcun interesse per un'arte che fornisca degli esemplari (1958)" Argan
"Nonostante le forti somme spese i corsi fallirono...si vedrà una di quelle vichiane astuzie della Provvidenza per cui gli uomini senza proporselo e senza volerlo ubbidiscono agli imperativi della storia ? ". Antonio Gramsci
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