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In 31 di 45 non si tratta del nostro satellite, ma di una anticipazione della mezza luna, l'Islam, che da lì a sei secoli sarebbe apparsa nella stessa concretezza di Gerusalemme, polverizzando numerose missioni cristiane nel Mondo e creando fino al presente una conflittualità a volte molto marcata, al punto da generare efferate uccisioni di innocenti cristiani praticanti. In queste condizioni è possibile il dialogo?
Non ha mai fine il tempo dei martiri. La Croce e il Corano, rappresentano le più forti espressioni del Dio unico nel Mondo; in un ecosistema mondiale compromesso, la migliore intesa possibile fra la Rivelazione cristiana e la Religione islamica può solo fare del bene all'umanità, ma ripeto; è possibile il dialogo? : "…il Cattolicesimo è capace di penetrare molte realtà, il genio cattolico è sintetico, combinatore...Tutto il pensiero e tutte le pratiche dell'Islam derivano dal Cristianesimo: l'universalità dell'annuncio, il digiuno, il pellegrinaggio, la preghiera, l'elemosina, i pilastri dell'Islam derivano dal cristianesimo..." Don Gianni Baget Bozzo
Perciò la collocazione di questa mezza luna è accanto alla Croce di Cristo:"...l'Anima naturalmente raggiunge la quiete quando è libera da immagini e da forme e dunque è anche libera dalla preoccupazione di distinguere se queste siano buone o cattive, e di cercare come debba comportarsi con le une e con le altre, ed è libera dal travaglio e dal tempo che dovrebbe perdere con i maestri spirituali, per cercare di verificare se quelle forme siano buone o cattive e di qual genere..."
San Giovanni della Croce
In 32 di 45 notiamo che rimangono tre i colori dominanti di questo Capolavoro: il rosso del sangue di Cristo e dei martiri, il nero e il bianco, la notte e la luce; sfumature arancione e in certe parti rosa, derivano dallo sfregamento dei colori principali. Domina il rosso e da qui il titolo più idoneo: Campo di sangue:
In 33 di 45 si nota l'unico intervento grafico fatto di mio pugno, intendevo proseguire ma non ho trovato adatta la grafica nel contesto di una pittura pura che ormai dominava la rappresentazione sacra e mi sono fermato lì.
Stefano Armellin
(5. Continua)
Pompei, giovedì 6 settembre 2012