Stefano Armellin con il pezzo 1429 di 2013
del Poema visivo del XXI secolo : IL VOLTO DEL MONDO E LA CROCE 1993/2013 Titolo : Turista alla Biennale di Venezia
San Domenico Cuzmán (1170-1221) a
di Padre Felice Artuso
Domenico nasce a Calaruega, villaggio montano della vecchia Castiglia. Riceve una buona educazione dai genitori, Felice e Giovanna, cristiani molto ferventi, Con l’aiuto dello zio prete impara a leggere, scrivere, memorizzare la Sacra Scrittura e meditarla.
Al quattordicesimo anno d’età si reca nel centro vescovile di Osma, dove frequenta i canonici, dediti alla preghiera liturgica, all’insegnamento scolastico e all’attività apostolica, ottenendone un’ottima formazione intellettuale e spirituale.
Ordinato presbitero, coltiva un ardente amore per Gesù e una solerte compassione per gli afflitti.
Celebra la Santa Messa con evidenti sentimenti di Fede, di concentrazione e di commozione. Mentre viaggia verso la Danimarca con il suo vescovo Diego, sosta in un albergo di Tolosa, intrattenendosi con alcuni Albigesi e con l’oste.
Intuisce che essi sono austeri, penitenti e vegetariani; mancano tuttavia di un’inadeguata istruzione cristiana e rifiutano di tracciarsi il segno della croce e di partecipare alla celebrazione eucaristica.
Ritornato nella sua residenza canonicale, studia le loro convinzioni, aspirazioni e azioni. Capisce che dipendono dalla propaganda dei Catari si considerano la Chiesa fedele al Vangelo, ma disprezzano la materia; respingono la rivelazione dell’Antico Testamento: negano l’incarnazione del Figlio di Dio, la sua dolorosa Passione e la sua gloriosa risurrezione; sottovalutano la solenne ricorrenza pasquale;
disprezzano l’arte religiosa; distruggono le raffigurazioni di Gesù crocifisso; irridono la femminilità; erodono i principali fondamenti della società; professano una dottrina di origine manichea, consistente nell’ammissione di due principi creatori, potenti e contrapposti: Dio e Satana, lo Spirito e la Materia, il Bene e il Male.
Per impedire la propagazione di questi devastanti errori dottrinali, Domenico inizia a riformare se stesso. Rinuncia alle convenienze e comodità individuali. Indossa una tonaca bianca, simbolo della grazia battesimale, della risurrezione e della vita celeste. Aggiunge al vestito un mantello nero, memoria della morte del Signore e abituale indumento dei preti viandanti.
Si scalza per dare un segno di moderata povertà e austerità. Appende sulla cintura una corona del rosario con una Croce, segno di difesa e di vittoria sulle potenze mortali. Segue
Padre Felice Artuso
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