Nel 1353 il francese, Goffredo I De Charmy cavaliere crociato, essendo il legittimo proprietario della Sindone, colloca questa reliquia nella sua chiesa di Lirey.
Incarica i canonici della collegiata di Santa Maria di custodirla e di esporla anche alla venerazione pubblica. Pietro d’Arcis, vescovo di Troiyes, primo responsabile della Fede nel territorio di Lirey, teme che la Sindone sia una pittura come tante altre del circondario.
Per impedire la diffusione di certi abusi religiosi, ne proibisce il culto pubblico.
Passano alcuni anni e nel 1390 l’antipapa Clemente VII, Roberto di Ginevra, ritenuto legittimo in Francia, compie degli accertamenti sulla Sindone e con la bolla del primo giugno ne autorizza l’esposizione e la venerazione.
Nel 1506, il papa, Giulio II, approva la Messa e l’Ufficio proprio della Sindone.
Nel 1582 il papa, Gregorio XII istituisce la festa della Sindone al 4 maggio.
Concede anche l’indulgenza plenaria ai pellegrini, che si recano a Torino e si accostano a ricevere i sacramenti della Penitenza e dell’Eucaristia. Lascia tuttavia aperta la discussione sulla storicità della reliquia. Per timore di compiere errori e di suscitare delle polemiche tra scienziati, i pontefici posteriori mantengono l’atteggiamento neutrale di Gregorio XII.
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Padre Felice Artuso