martedì 8 febbraio 2011

1046 di 2013 ; Le ricchezze

Stefano Armellin con il pezzo 1046 di 2013 
del Poema visivo del XXI secolo :
IL VOLTO DEL MONDO E LA CROCE 1993/2013



Titolo : Le ricchezze 

"Le ricchezze; per le quali onore, gloria, libertà, Patria e Dio, tutto si sacrifica e s'ha per nulla...le ricchezze; il solo bene veramente solido secondo i nostri valori contemporanei: il più capace anzi di tutti questi beni il solo capace di stuzzicar l'appetito, e di spinger davvero a qualche impresa anche i vili". Giacomo Leopardi 4 febbraio 1821

"Ma la nostra lingua propria è un'eredità, un capitale fruttifero, che abbiamo ricevuto dà nostri maggiori, i quali come l'hanno fatto fruttare, così ce l'hanno (766) trasmesso perchè facessimo altrettanto e non mica perchè lo seppellissimo come il talento del Vangelo...".Giacomo Leopardi

La spiaggia come un quadro, un luogo d'incontri vari e interessanti. Un fare e disfare le situazioni delle persone poste a fronte il mare e sotto il sole nella loro primitiva per un po' condizione. Ascoltare da loro questa nostalgia delle origine antropologiche nella ricchezza della natura. 

Stefano Armellin, Estate 1999, in servizio come Bagnino di salvataggio ai Bagni Mauro di Varazze

Profilo storico e devozionale della Sindone 5, di Padre Felice Artuso
Nel 1204 i musulmani cominciano ad assediare Costantinopoli, controllata dai Crociati. 

I Cavalieri Templari, protettori dei santuari in Oriente, dei pellegrini in Palestina e delle sacre reliquie, non si espongono al rischio di perdere la vita, per difendere i loro possedimenti. 

Abbandonano Costantinopoli e ritornano in Francia. Nel viaggio di rientro in patria si ipotizza che abbiamo portato con sé la Sindone. Risulta da una testimonianza processuale che avrebbero ammesso di aver venerato nella loro dimora francese un volto barbuto di Gesù Cristo e non lo avrebbero mostrato a nessuno. Lo avrebbero tenuto nascosto, perché nel 1215 il IV Concilio Lateranense proibì il trafugamento delle reliquie.
 
Dal Medioevo in poi si sono approfonditi gli studi sull’origine e sul tipo di culto da attribuire alla Sindone. I risultati delle indagini hanno prodotto dei chiarimenti e delle disposizioni, che andiamo esponendo. 

Nel 1353 il francese, Goffredo I De Charmy cavaliere crociato, essendo il legittimo proprietario della Sindone, colloca questa reliquia nella sua chiesa di Lirey. 

Incarica i canonici della collegiata di Santa Maria di custodirla e di esporla anche alla venerazione pubblica. Pietro d’Arcis, vescovo di Troiyes, primo responsabile della Fede nel territorio di Lirey, teme che la Sindone sia una pittura come tante altre del circondario. 

Per impedire la diffusione di certi abusi religiosi, ne proibisce il culto pubblico. 

Passano alcuni anni e nel 1390 l’antipapa Clemente VII, Roberto di Ginevra, ritenuto legittimo in Francia, compie degli accertamenti sulla Sindone e con la bolla del primo giugno ne autorizza l’esposizione e la venerazione. 

Nel 1506, il papa, Giulio II, approva la Messa e l’Ufficio proprio della Sindone. 

Nel 1582 il papa, Gregorio XII istituisce la festa della Sindone al 4 maggio. 

Concede anche l’indulgenza plenaria ai pellegrini, che si recano a Torino e si accostano a ricevere i sacramenti della Penitenza e dell’Eucaristia. Lascia tuttavia aperta la discussione sulla storicità della reliquia. Per timore di compiere errori e di suscitare delle polemiche tra scienziati, i pontefici posteriori mantengono l’atteggiamento neutrale di Gregorio XII. 
Segue

Padre Felice Artuso