Stefano Armellin con il pezzo 1167 di 2013
del Poema visivo del XXI secolo : IL VOLTO DEL MONDO E LA CROCE 1993/2013
Titolo : L'Artista e la Croce
"Macchine calcolatrici, sono questo gli uomini, nient'altro che questo. Noi calcoliamo sempre, noi pensiamo tutto in rapporto ai numeri.
Il Mondo ormai diventa sempre più un computer nient'altro. Non serve a nulla se ci mostriamo indifferenti, noi siamo inclusi in tutto questo non possiamo più uscirne.
Tutto é immaginazione. Ma immaginare é molto faticoso é micidiale.
E i filosofi...ci guidano sempre attraverso un museo che ormai conosciamo a memoria da ogni punto di vista, un museo di cui sappiamo tutto nei minimi particolari...nessuno dopo Kant é più riuscito ad arieggiare questo museo, nessuno...
Recentemente si é pensato che il progresso sia qualcosa di intimamente matematico. E' una tendenza che porta inevitabilmente alla morte e questo noi lo avvertiamo qualunque cosa ci capiti di osservare.
Le Civiltà ci impongono dei compiti impossibili.
Quanto più antiche esse sono, tanto più i compiti sono gravosi.
Ma è la nostra Civiltà che ci porta alla rovina.
Così come le nostre religioni ci portano alla rovina...
Andremo avanti soltanto quando il nostro pensiero si sarà lasciato il Mondo completamente alle spalle.
La massa non interessa più a nessuno, perché ormai la massa é al potere.
Tutte le strade sono strade tracciate dall'uomo.
Io disprezzo infatti, come Lei sa, tutto ciò che non richiede fatica, é il mio principio supremo l'unico che io abbia.
Esigo sempre il massimo sforzo. Ma del massimo sforzo la gente ha paura.
Ho sempre avuto quasi esclusivamente nemici di famiglia.
Noi assumiamo lo spirito delle mura che ci circondano.
Non ha senso partire per Paesi lontani.
Quanto maggiore é la capacità di giudicare tanto maggiore é la diffidenza.
Da molto tempo m'interessa non tanto chi arriverà per primo sulla luna quanto piuttosto chi attraverserà per primo la Terra.
Ma ogni educazione é sempre un'educazione completamente sbagliata".
Da perturbamento di Thomas Bernhard
"Ben lungi dal fissare il mondo della realtà entro schemi precisi, il risveglio greco-romano lo sconvolge radicalmente". Baltrisaitis
"La Giustificazione é opera personale : é un rapporto che avviene tra due persone...di dedizione, di amore. E' una conversione dell'anima a Dio che avviene dietro l'iniziativa, la sollecitazione, la premura, la vocazione, l'appello di Dio...il ritorno al padre del figliol prodigo.
La Giustificazione richiede e opera una profonda trasformazione nell'anima... in Lutero : ex sola fide, sine operibus.
Concilio di Trento il decreto De justificatione (Sesta Sessione 1547) insiste sul carattere dinamico e drammatico della Giustificazione che non consente al credente di riposare sugli allori...
(siccome) la Giustificazione rimane essenzialmente opera di Dio, attuata storicamente da Gesù Cristo, in un essere intelligente e libero, che può sempre opporre il suo rifiuto.
La Giustificazione non é un fatto meccanico e irreversibile. Per la Chiesa Cattolica la dottrina della Giustificazione rimane nella sostanza, quella solennemente proposta dal Concilio di Trento.
La Giustificazione é necessariamente accompagnata e testimoniata dalle opere buone...deve diventare prassi di vita". Op.Cit.
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