" Masaccio ha fatto talmente tanto, e talmente in fretta, che é difficile immaginare di poterlo continuare ; i suoi allievi ideali, da Filippo Lippi a Beato Angelico ad Andrea del Castagno, non arrivano a mantenere la sua tensione complessiva, e nelle rispettive ricerche riescono a trasformare solo alcuni di quegli elementi che in Masaccio erano armonizzati completamente e in maniera forte e drammatica" Vittorio Sgarbi
"La trattazione aristotelica del tempo é la prima interpretazione dettagliata di questo fenomeno che ci sia stata tramandata.
Essa ha determinato in modo essenziale ogni successiva concezione del tempo, compresa quella di Bergson.
Dall'analisi del concetto aristotelico di tempo risulterà inoltre retrospettivamente chiaro che la concezione kantiana del tempo si muove all'interno delle strutture tratte in luce da Aristotele; il che equivale a dire che l'orientamento ontologico fondamentale di Kant é rimasto quello greco, nonostante tutte le differenze che la nuova ricerca porta con sé.
Fenomenologia = alle cose stesse !
Fenomeno = ciò che si manifesta in sé stesso, il manifesto.
Apparire = annunciarsi mediante qualcosa che si manifesta
Logos = discorso, interpretato come, ragione giudizio, concetto, definizione, fondamento, relazione.
La fenomenologia é la scienza dell'essere dell'ente : ontologia ". Heidegger
Le interpretazioni sulla preghiera di Gesù (4) di Felice Artuso
Hans Urs von Balthasar interpreta il grido del Signore, tenendo presente le asserzioni dei teologi
antichi, medievali e contemporanei. Secondo Balthasar Gesù conosce la sofferenza d'innumerevoli
innocenti, schiacciati dall’irrompere della malvagità umana come anche il tormento dei peccatori
induriti. Gesù avverte nella sua coscienza umana e divina le afflizioni dei giusti e dei peccatori.
Sperimenta il totale isolamento dei giusti e l’estrema lontananza da Dio dei peccatori. Lottando con
assoluta determinazione contro la potenza del peccato, prova lo sventurato e radicale
annientamento di sé.
Si sente lacerato e strappato dal Padre con cui conserva un rapporto d’amore filiale. Si percepisce
una cosa abietta, priva di dignità, di valore e di bellezza .
I teologi odierni convergono sul tentativo di penetrare nei sentimenti di Gesù, agonizzante sulla
Croce.
Si sforzano di cogliere il suo stato d'animo, molto simile alle nostre esperienze di persecuzione, di
esclusione, di dolore e di mancato soccorso.
Asseriscono che si comprende il lamento di Gesù, concentrandosi sulla sua umanità. Rilevano che
interrotte generazioni d’ebrei hanno pregato il salmo 22 nei momenti d’alta sofferenza e non
furono considerati dei disperati.
Alcune testimonianze storiche, infatti, riferiscono che gli ebrei, condotti nei campi di
concentramento e nei forni crematoi,
hanno ripetuto l’angosciosa supplica del salmo 22.
Hanno personalmente gridato a Dio: perché mi hai abbandonato?
È rimasta quindi a loro la scelta di affidarsi al suo amore fedele e misericordioso. Più di ogni altro
ebreo Gesù ha accettato la violenza, che si è abbattuta su di Lui. Non è pertanto morto disperato,ma
nella radicale obbedienza al progetto di Dio.
Essendo il Verbo fatto carne, nella sua totale consegna al volere del Padre ha sperimentato una
sofferenza che nel suo genere è unica, singolare, impenetrabile e inesprimibile.